Alle prime luci dell’alba, a conclusione delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, i carabinieri della compagnia di Villa San Giovanni e del comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato Francesco Barillà ritenuto responsabile dell'omicidio dei coniugi Giuseppe Cotroneo e Francesca Musolino, verificatosi a Calanna, nel Reggino, circa un mese fa.

Le indagini

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dal sostituto Flavia Modica, sono state avviate fin dai primi momenti della notizia dello spietato delitto e hanno permesso di acquisire fondamentali ed imprescindibili elementi probatori: l’utilizzo dei tradizionali metodi di indagine, a partire da un accurato e dettagliato sopralluogo, l’escussione di testimoni, parenti, amici e conoscenti delle vittime, uniti ai risultati forniti dalla tecnologia più moderna, hanno permesso di far luce sull’evento.

Era il 9 dicembre scorso, quando i due coniugi, durante la mattinata, sono stati colpiti da 5 colpi di fucile, dopo essere stati colti di sorpresa mentre si dedicavano alla raccolta delle olive nelle campagne di San Basilio a poche centinaia di metri dal Comune di Calanna. Fin da subito era apparso chiaro agli inquirenti un dettaglio: il responsabile non poteva essere lontano e conosceva molto bene le abitudini delle vittime.

Le immediate investigazioni avviate sotto il diretto coordinamento della Procura della Repubblica ricostruivano gli ultimi momenti precedenti agli omicidi.

Gli accertamenti tecnici condotti dagli esperti dell’Arma del Racis di Roma e del Ris di Messina hanno poi consentito di risalire all’identità balistica del fucile semiautomatico sequestrato all’indagato e, dei bossoli che i Carabinieri avevano rinvenuto e repertato sulla scena criminis.

Dall’analisi dell’arma del delitto è emersa l’esatta compatibilità con le tracce e le munizioni sequestrate durante il sopralluogo svolto dai Carabinieri specializzati del Nucleo investigativo di Reggio Calabria, addetti ai rilievi tecnici, fornendo un’ulteriore inconfutabile prova sull’identificazione del reo.

Determinante è risultato anche l’accurato riscontro dei filmati estrapolati dalle telecamere di videosorveglianza, presenti nelle vicinanze, che hanno permesso di ricostruire i movimenti effettuati dall’omicida

Tutti gli elementi raccolti hanno pertanto consentito al gip di Reggio Calabria di accogliere la richiesta della Procura della Repubblica di emettere l’odierno provvedimento restrittivo nei confronti del 65enne, proprio il cugino delle vittime e loro vicino di casa che è stato associato al Carcere di Reggio Calabria - Arghillà.