Il Tribunale del Riesame ha comminato alle due indagate la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio. Resta in piedi la gravità indiziaria del concorso esterno in associazione per delinquere
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Lascia il carcere di Rebibbia Angela Paravati, 59 anni, ex direttrice della casa circondariale di Catanzaro implicata nell’inchiesta Open Gates con l’accusa di concorso esterno in associazione per delinquere, falso, evasione, falsità ideologica, corruzione. Il Tribunale del riesame – Mariarosaraia Migliarino presidente, Roberta Cafiero e Andrea Oderno a latere –, dopo l’udienza di ieri, ha ordinato la scarcerazione per l’indagata, difesa dagli avvocati Francesco Iacopino e Salvatore Staiano, e ha disposto la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per un anno.
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I giudici hanno annullato l’ordinanza del gip, che disponeva la misura cautelare, limitatamente alle accuse di traffico di droga e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, «conferma la gravità indiziaria nel resto», dunque confermato il concorso esterno in associazione per delinquere.
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Stessa decisione il Tdl ha preso nei confronti di Simona Poli, 48 anni, comandante della polizia penitenziaria di Catanzaro dal 2018 al 2022, che, accusata di concorso esterno in associazione per delinquere, si trovava ai domiciliari. Secondo l’accusa, sia Paravati che Poli avrebbero agevolato due gruppi criminali che si erano formati all’interno del carcere dediti, grazie anche al sostegno di alcuni agenti della polizia penitenziaria, a spacciare droga e far circolare telefonini e sim card.
La difesa, nel corso della discussione, ha sostenuto che le due indagate avrebbero denunciato gli illeciti comportamenti di diverse persone che oggi si trovano indagate insieme a loro.