Intanto questa mattina è stato effettuato un nuovo sopralluogo nell'appartamento dove è scoppiato l'incendio. Entro qualche settimana il perito nominato dalla Procura dovrà completare la relazione
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«Sostanzialmente cerchiamo di avere conferma di quello che abbiamo ipotizzato però per esserne certi dobbiamo fare ulteriori indagini». Lo ha detto Daniele Menniti, docente di ingegneria elettrica all'Unical e perito a cui la Procura di Catanzaro ha affidato l'incarico di eseguire i sopralluoghi all'interno dell'abitazione di via Caduti 16 marzo, dove lo scorso ottobre è scoppiato l'incendio costato la vita a tre componenti della famiglia Corasoniti.
Catanzaro | Una nuova casa per la famiglia Corasoniti dopo il tragico incendio che ha ucciso tre fratelli
Nuovi sopralluoghi
Questa mattina si è svolto infatti un nuovo sopralluogo nell'appartamento ancora posto sotto sequestro dalla magistratura che indaga per i reati di omicidio e disastro colposo. I nuovi rilievi si sono concentrati nuovamente sugli impianti elettrici. «Credo che le nuove verifiche serviranno a confermare le teorie già elaborate dal perito» ha aggiunto Giovanni Fioresta, avvocato della famiglia Corasoniti. «Speriamo che a breve, dal momento che il termine scade tra qualche settimana, riusciremo ad avere la perizia definitiva per capire cosa sia successo» ha aggiunto il legale.
Sistemazione provvisoria
«La famiglia gradualmente sta tornando alla normalità. Finalmente dopo cinque mesi riusciranno a tornare a Catanzaro - ha aggiunto l'avvocato - per opera della fondazione don Pino Puglisi. Da questo weekend credo che rientreranno e ricominceranno anche i ragazzi ad andare a scuole per cercare di ritrovare quel minimo di serenità».
Alloggio occupato
Il legale ha poi confermato la circostanza secondo cui l'appartamento che l'Aterp aveva individuato e in corso di ristrutturazione per poi essere assegnato alla famiglia è stato occupato abusivamente: «Sono cose che accadano purtroppo troppo spesso negli alloggi popolari - ha commentato -. Io ritengo che si debba intervenire con maggiore celerità e più efficacia però non dipende da me».
L'allarme è scattato quando gli operai impegnati nei lavori di ristrutturazione dell'appartamento in via Caduti XVI Marzo (poco distante dall'abitazione distrutta dal rogo) hanno trovato la porta sbarrata. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, gli operai sarebbero stati minacciati da uno degli occupanti e "invitati" ad allontanarsi subito. Il fatto è stato segnalato all'Agenzia regionale che si occupa dell'edilizia residenziale pubblica che ha presentato una denuncia alle forze dell'ordine.