VIDEO | Ieri il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, lo ha ricevuto in Comune e ha parlato con lui a lungo. L'amministrazione sta cercando di sbrogliare la matassa burocratica per tentare di affidargli un alloggio, almeno temporaneamente (ASCOLTA L'AUDIO)
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Claudio Carobbio, il 42enne di origini lombarde che da qualche tempo vive in una grotta a Scalea, può finalmente tornare a sperare. Dopo i nostri servizi, le istituzioni locali si sono attivate per consentire all'uomo di usufruire almeno temporaneamente di un alloggio dignitoso, che lo protegga dalle intemperie e da possibili malintenzionati. Anche se non sarà facile, dato che il giovane è residente a Romano di Lombardia, nel Bergamasco, il sindaco Giacomo Perrotta sta cercando in ogni modo di aiutarlo nonostante i cavilli burocratici. L'amministrazione comunale sta anche cercando di sollecitare le autorità sanitarie affinché Claudio possa ricevere cure adeguate e seguire il percorso terapeutico a cui è sottoposto da tempo. Nella giornata di ieri è stato ricevuto dal primo cittadino in municipio e successivamente è stato accompagnato in un albergo del posto dove per qualche ora ha potuto dedicarsi all'igiene personale.
La drammatica storia
Nella sua vecchia vita Claudio lavorava come letturista di contatori per conto di una società di energia elettrica. Secondo il suo racconto, avrebbe deciso di lasciarsi tutto alle spalle nel dicembre del 2020, dopo una delusione amorosa e una brutta vicenda giudiziaria in cui sarebbe stato trascinato da un amico. Finito in cura, dopo un anno decide di intraprendere un viaggio senza meta in sella alla sua bici. Una volta arrivato a Scalea, rimasto incantato dal paesaggio, decide di stabilirsi qui. Affitta un appartamento e trova lavoro, ma solo per qualche settimana. Dopo l'estate resta disoccupato e i soldi che aveva da parte finiscono. Claudio da un giorno all'altro si ritrova in strada.
Il trasferimento nella grotta
Da quel momento cerca di trovare riparo in ogni angolo della città e alla fine va a vivere in una piccola caverna naturale proprio sotto la storica Torre Talao. Le condizioni precarie lo inducono a interrompere le cure mediche cui a cui è sottoposto e per questo, spesso, diventa inconsapevolmente aggressivo e violento, diventando pericoloso per se stesso e per gli altri. Una sera sfascia la sala di ingresso della stazione ferroviaria, viene ricoverato e presto dimesso, poi, sempre più triste e solo, finisce per ubriacarsi al punto di sentirsi male. Lo salva l'intervento di un'ambulanza. Nel frattempo la sua storia diventa un caso e lui viene travolto da una valanga di affetto dentro e fuori la rete. Ma non basta. Claudio ha bisogno di cure urgenti e dopo giorni interminabili, finalmente, per lui si è riaccesa la speranza.