Si parla ampiamente anche di Lamezia nella relazione della Direzione Nazionale Antimafia presentata in Senato. Nel documento iI sostituto procuratore nazionale antimafia Leonida Primicerio spiega come nel territorio lametino operino tre cosche, a loro volta alleate con gruppi minori. Si tratta del clan Giampà, della cosca Torcasio – Gualtieri – Cerra e degli Iannazzo.


Ad attirare, in particolare, l’attenzione della Dna è il processo Perseo. Un’indagine così ampia da essere stata suddivisa in tre tronconi,  in cui quattro imputati rispondono per episodi relativi a fatti omicidiari innanzi alla Corte d'Assise, 46 sono giudicati con il rito abbreviato innanzi al gup e 22 hanno scelto il rito ordinario innanzi al Tribunale di Lamezia Terme.


Perseo, insieme alla precedente operazione Medusa, aggiunge ancora la Dna, ha contribuito a smembrare e sfilacciare la cosca Giampà .Un duro colpo alla criminalità organizzata che si affianca ad un altro importante filone dell’inchiesta, quello sul voto di scambio in cui sarebbe coinvolto un senatore della Repubblica, Piero Aiello, e alcuni affiliati alla cosca Giampà.


La direzione nazionale antimafia passa poi ad analizzare i collegamenti delle cosche calabresi nelle varie regioni italiane, in particolare quelle che operano nel distretto di Catanzaro. “Invero – si legge nella relazione della Dna - le organizzazioni di ‘ndrangheta operanti nel territorio del distretto di Catanzaro sono risultate, ancora oggi, direttamente interessate alle dinamiche criminali dei maggiori gruppi operanti nel Nord Italia che costituiscono proiezione delle cosche di origine e con cui – spiega la relazione -  pure in presenza, spesso, di una loro piena soggettività ed autonomia operativa, esse mantengono ben salde le relazioni, sin dalla iniziale richiesta di legittimazione, e di cui spesso si servono per continuare a gestire, a volte in autonomia, a volte secondo sistematiche e periodiche direttive, importanti investimenti finanziari”.

di Tiziana Bagnato