Francesca Chaouqui, diventata ‘nota’ per una lettera, che fu fortemente criticata, sulla morte di Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa nel maggio 2013, oggi è nuovamente al centro dell’attenzione ma per ragioni ben diverse: la donna è stata arrestata dalla polizia vaticana per divulgazione di documenti riservati e fuga di documenti. Insieme a Francesca, originaria di San Sosti in provincia di Cosenza, è stato anche arrestato monsignor Lucio Angel Vallejo Balda ex segretario e membro della Cosea, la Commissione referente di studio e indirizzo sull'organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede istituita da papa Francesco nel luglio 2013 e poi sciolta dopo il compimento del suo mandato.

 

Dopo la convalida dell’arresto la donna è stata comunque rimessa in stato di libertà perché avrebbe collaborato alle indagini.

 

Diversa la «posizione di monsignor Vallejo Balda che rimane al vaglio dell’Ufficio del Promotore di Giustizia».

 

A renderlo noto è padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano: «Nel quadro di indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Gendarmeria Vaticana e avviate da alcuni mesi a proposito di sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati - riferisce padre Lombardi - sabato e domenica scorsi sono state convocate due persone per essere interrogate sulla base degli elementi raccolti e delle evidenze raggiunte: si tratta di un ecclesiastico, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, e della dottoressa Francesca Chaouqui, che in passato erano stati rispettivamente segretario e membro della Cosea». Dopo gli interrogatori, però, entrambe le persone sono state «trattenute in stato di arresto in vista del proseguimento delle indagini. Nella giornata odierna l’Ufficio del Promotore di Giustizia, nelle persone dell’avvocato Gian Piero Milano, promotore di giustizia, e dell’avvocato Roberto Zannotti, promotore di giustizia aggiunto, ha convalidato l’arresto, provvedendo a rimettere in stato di libertà la dottoressa Chaouqui, nei confronti della quale non sono più state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaborazione alle indagini».