VIDEO | La giovane cosentina è anche il primo soggetto adulto con questo disturbo a rivestire la carica di presidente dell'ente fondato a Bologna nel 1997
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Quello raggiunto dalla cosentina Silvia Lanzafame ai vertici dell’Associazione Italiana Dislessia è un duplice traguardo. Non è solo la prima calabrese ad essere stata eletta presidente nazionale dell’ente fondato a Bologna nel 1997. È anche la prima persona dislessica a rivestire la prestigiosa carica, precedentemente ricoperta in prevalenza da clinici o da genitori di bambini con disturbi specifici dell’apprendimento.
L'impegno nelle scuole
Da responsabile della sezione provinciale di Cosenza, la giovane presidente già dal 2016, in sinergia con il sistema scolastico, aveva promosso sul territorio l’avvio di laboratori specialistici di sostegno agli alunni dislessici, anche per colmare i ritardi accumulati nel comprensorio sia sulla diagnostica della dislessia, sia nella corretta applicazione delle nuove norme sui disturbi dell’apprendimento entrate in vigore nel 2010. «Perché la dislessia, come la disgrafia, la disortografia, la discalculia, può essere notata già nei primi due anni della primaria – spiega Silvia Lanzafame – Una lentezza, una difficoltà nel mantenere il passo dei compagni di classe, può essere un segnale da prendere in considerazione. Un successivo confronto con le famiglie e con esperti può facilitare la diagnosi e la conseguente messa a punto di piani didattici personalizzati già dalla tenera età. Approntare per ogni bambino una sorta di abito cucito su misura consente di superare gli ostacoli che la dislessia e gli altri disturbi dell’apprendimento possono comportare».
Dalla diagnosi tardiva al recupero del gap
«La Calabria? - aggiunge - Qui abbiamo fatto passi da gigante. Pensi che la mia prima diagnosi l’ho ricevuta solo a 19 anni, nel 2007, ma in un centro fuori regione. Ora abbiamo fatto passi da gigante, anche se purtroppo siamo ancora un po’ indietro rispetto ad altre aree del Paese». Sono i numeri a testimoniarlo: «Il disturbo colpisce in media il cinque percento della popolazione nazionale – dice la presidente - in Calabria solo l’1,6 percento. Vi è dunque un significativo fenomeno di mancate diagnosi». Stentato e frustrante il percorso formativo di Silvia Lanzafame che ha raggiunto con estrema difficoltà il diploma, conseguito con il minimo dei voti. Dopo aver ricevuto la diagnosi di dislessia ed adottato gli opportuni strumenti compensativi e il giusto metodo di studio, la giovane si è poi brillantemente laureata in scienze dell’economia e della gestione aziendale aggiungendo al proprio curriculum pure due master conseguiti con lode.
Le ripercussioni nel mondo del lavoro
«Il nostro impegno è soprattutto orientato all’informazione ed alla formazione nelle scuole e di tutor ed esperti che possano prendere per mano e accompagnare i soggetti con questa caratteristica e le loro famiglie. Io sono dislessica e sarò sempre dislessica. Ma creare intorno a noi un contesto in grado di compensare questo disturbo può consentirci di vivere una condizione di parità. C’è un problema diffuso anche in ambito occupazionale – afferma ancora Silvia Lanzafame – Una percentuale significativa di persone dislessiche inconsapevoli di avere un DSA, subisce richiami, demansionamenti e blocchi di carriera o addirittura il licenziamento non per propria responsabilità. Sarebbe sufficiente attivare le giuste strategie previste dalle norme per salvaguardarne il posto di lavoro».