Il presidente regionale: «Occorre realizzare una serie di eco-distretti, concepiti ciascuno per servire le necessità di aree comprendenti bacini con una utenza non superiore a 60-70mila abitanti»
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«È una vera e propria bomba ecologica». Così Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, definisce la discarica di Scala Coeli. «Adesso - è detto in una nota dell'associazione agricola - dopo la bonifica totale del percolato che, si è riversato sul suolo e sottosuolo, nel fiume Nicà e nel mare, ordinata dalla Regione alla ditta gestore dell'impianto, è l'occasione giusta per fare il punto sulla gestione dei rifiuti in Calabria per compiere un salto di qualità ed eventualmente decidere fino a che punto si può e si deve sostenere il principio dell'autosufficienza dei territori nello smaltimento dei rifiuti».
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«Sono già visibili e riscontrabili - sostiene Aceto - gli elevati costi economici, sociali ed ambientali che colpiscono il sistema integrato agricoltura-agroalimentare-turismo, e, visto che la vicenda ha ormai assunto un rilievo nazionale, anche la reputazione e la credibilità della 'Calabria Straordinaria' che stiamo proponendo al grande pubblico. Non c'è bisogno in questo momento però di provvedimenti tampone bensì di interventi strutturali duraturi nel tempo e che devono rappresentare una soluzione che a dire la verità sembra ancora lontana».
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«Siamo nella stagione estiva e, ho il grande timore - sottolinea ancora il presidente di Coldiretti Calabria - che vada in crisi il ciclo dei rifiuti, che potrebbe portarci malauguratamente a farlo diventare calamità naturale. Sui rifiuti la posizione di Coldiretti è chiara e lo abbiamo ribadito a più riprese sia nei confronti con i candidati presidenti che in altre occasioni ufficiali. È ormai giunto il tempo, anzi è scaduto, per superare la concezione dei mega-impianti adibiti al trattamento dei rifiuti, che non offrono sicurezza e hanno un impatto terrificante sul territorio. Per questo occorre indirizzarsi verso la realizzazione di una serie di mini impianti, eco-distretti, concepiti ciascuno per servire le necessità di aree comprendenti bacini con una utenza non superiore a 60-70mila abitanti».
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«Rinnoviamo la nostra contrarietà a mega impianti sul territorio - conclude Aceto - ed esortiamo l'amministrazione regionale, ad intensificare i controlli e sostenere processi di economia circolare con accordi con le imprese, comuni, province e organizzazioni per impianti utili a riciclare tutte le materie prime contenute nei rifiuti. È un compito arduo, difficile ma non impossibile».