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Vogliono risposte i cittadini di Papanice, frazione di Crotone, in merito ad una questione che va avanti da troppi anni. In questa zona si registra un alto numero di morti per tumore e loro non escludono che ad incidere sia la presenza di una discarica presente a circa 2 kilometri di distanza dal centro abitato, e a 1 kilometro dalla scuola, precisamente in località Columbra. Avvertono uno strano odore che arriva proprio da li, insieme ad una polvere grigia che aleggia soprattutto nelle giornate ventilate. Chiedono, insomma, di sapere se c'è un nesso tra la presenza di questa discarica e l'alta incidenza tumorale che si registra; chiedono, inoltre, che vengano installate delle centraline che possano decodificare l'aria che respirano.
Tutto ciò è emerso da un'assemblea pubblica organizzata dal Comitato Cittadino Pro Papanice, insieme ad altre realtà associative di Crotone, la quale ha visto una partecipazione massiccia della comunità che ha portato le loro testimonianze e le loro richieste.
«E' un problema serio – ha dichiarato l'avvocato Leo Nicoscia, presidente del comitato – è un problema che riguarda la salute dei cittadini. Noi non abbiamo la certezza che vi sia un nesso di casualità tra i tumori e la discarica, però un dato è certo: a Papanice c'è un altissimo tasso di mortalità per tumore. Siamo molto contenti perchè non ci aspettavamo tutti questi partecipanti all'assemblea, vuol dire che i cittadini sono sensibili al problema. Vorremmo organizzare un convegno scientifico perchè vogliamo approfondire scientificamente se c'è un nesso tra i tumori e la discarica».
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Una situazione che va avanti già da molti anni, a quanto è emerso durante il dibattito creato in sala, e nelle ultime settimana sulla vicenda è ritornato anche il parroco di Papanice, don Pasquale Aceto, che ha voluto allestire in chiesa una bacheca con le foto dei morti di tumore della frazione. «E' stato un gesto che nasce dal condividere non solo le gioie ma anche le sofferenze – ha dichiarato – quei volti sono dei pugni nello stomaco per i familiari che hanno deciso di appenderle e renderle pubbliche. Sono un pugno nello stomaco anche per noi che vorremmo non pensare ai problemi, e spesso siamo portati a non pensarci. Ho deciso di appenderle perchè vorrei coscientizzare ed esprimere una maturazione che deve nascere anche dal prendere coscienza dei problemi. Su tutto c'è la speranza che anche i problemi più difficili possano essere risolti dall'impegno sinergico di tutti».