Nel riparto dei premi di produttività assegnati dall'azienda ospedaliera di Catanzaro ai propri dipendenti - tra cui figurano alcuni indagati per assenteismo - non sono neppure passati inosservati i lauti premi per la produttività elargiti al personale comandato alla Regione Calabria, cioè temporaneamente trasferito dal Pugliese alla Cittadella e, in particolare, al dipartimento Tutela della Salute.


A queste latitudini le indennità oscillano da un minimo di 2.500 euro fino ad un massimo di 15mila euro all’anno transitando per importi medi di 8mila euro, che per legge devono essere anticipate dall’azienda di provenienza. Sette in tutto i beneficiari di questo trattamento economico, divenuti anche oggetto di un carteggio tra la direzione generale dell’ospedale Pugliese e il dipartimento Tutela della Salute.

 

I chiarimenti sulle indennità

È dalla sede amministrativa di Madonna dei Cieli che è partita, infatti, il 7 maggio scorso la prima nota indirizzata alla Cittadella contenente la richiesta di chiarimenti sulle "quote di retribuzione di risultato per l’annualità 2018". In sostanza dall'ospedale Pugliese si chiedono ragguagli al dipartimento regionale sulle modalità di attribuzione delle indennità di risultato che nel piano delle performance varato dai vertici aziendali deve essere necessariamente agganciato ad un sistema premiale che valuta caso per caso i dipendenti attraverso la stesura di una graduatoria di merito. E non è il primo botta e risposta. Già nei mesi scorsi i vertici ospedalieri avevano richiesto un parere legale per dirimere la questione che ruota attorno ai comandati. In particolare, per affrontare lo spinoso tema di chi si debba, infine, accollare i costi del personale che svolge le attività lavorative al dipartimento Tutela della Salute.

 

Chi paga le indennità?

La legge regionale, in teoria, prevede che il trattamento economico in godimento continui ad essere erogato dall’azienda di provenienza mentre le competenze accessorie, a esempio, gli straordinari o i premi di produzione, siano in capo alla Regione. Ma nei decreti attuativi si annida l’inghippo. I provvedimenti stabiliscono che sia il Pugliese ad anticipare le somme da rimborsare poi in fase di riparto del fondo sanitario. E, come facilmente si evince dal piano delle performance, non si tratta di spiccioli poichè spesso l’importo finale assomma anche più indennità. 

 

Chi controlla i controllori?

E la nota contenente la richiesta di chiarimenti sulle indennità di risultato dei comandati viene immediata evasa dal dipartimento Tutela della Salute. Nel corso della stessa giornata l’ormai ex direttore generale, Antonio Belcastro, esprime la necessità di continuare ad elargire lo stesso trattamento già assegnato nell’annualità precedente - il 2017 - senza però fornire ulteriori specificazioni in merito alla valutazione delle attività svolte dal personale. Poco importa poi se a garanzia della regolarità della procedura – verifica della corretta applicazione dei criteri per l’assegnazione dei premi aziendali – la nota di accompagnamento del piano delle performance porti in calce la firma proprio di un “comandato” alla Regione Calabria che dal duplice osservatorio avrà certamente potuto curare la pratica da vicino.