Si riporta la rettifica dell’onorevole Raffaele Sainato in risposta all’articolo a firma della giornalista Alessia Bausone, pubblicato in data 21 luglio 2020 dal titolo: Fdi senza pace in Calabria: dietro le dimissioni di Sainato c'è l’inchiesta sul cugino? …”

 

«Corre l’obbligo di rammentare- sottolinea l’onorevole Raffaele Sainato-  alla vostra cortese testata e all’estensore dell’articolo summenzionato, che lo Statuto regionale della Calabria disciplina in quanto ai casi di incompatibilità stabilendo: “… che l'ufficio di consigliere regionale è incompatibile con quello di membro di una delle Camere o di altro Consiglio regionale (secondo quanto già disposto dall'articolo 122 Cost.), del Consiglio nazionale della economia e del lavoro; di presidente e di assessore di Giunta provinciale e di sindaco o di assessore dei Comuni compresi nella Regione nonché di amministratore di un ente pubblico o di una azienda pubblica, finanziata anche soltanto in parte dallo Stato o dipendente dalla Regione. Anche in questi casi, ragioni di Opportunità politica hanno consigliato che, chi ricopre un determinato ufficio e viene eletto consigliere regionale non eserciti contemporaneamente le due funzioni, di modo che l'eletto debba optare tra l'uno e l'altro ufficio.”

 

Pertanto, la scelta di rinunciare, in data 9 giugno scorso, all’incarico di vicesindaco della città di Locri, subito messa in atto come Consigliere Regionale – specifica Raffaele Sainato - ha di fatto risposto ad una esigenza statutaria non certo ad altre, poco plausibili cause, addotte in maniera del tutto speciosa dall’estensore dell’articolo. Certamente, tale sofferta scelta non è da addurre alla “scaramuccia locale” citata dalla giornalista, che si rifà all’indagine in corso da parte della Procura locridea sul furto dell’ascensore, acquistato con soldi pubblici e destinato al teatro comunale della città. Azione esecrabile, su cui vi è attualmente un’indagine in corso, che riguarderebbe, come si evince dall’articolo di cui, tra gli altri un mio parente, che, se considerato eventualmente responsabile dell’azione, risponderà come previsto dalla legge italiana, personalmente del fatto commesso. La responsabilità penale, si deve ricordare, è personale ed ognuno è da considerarsi innocente sino a prova contraria secondo la legge in vigore nello Stato. In ogni caso non esiste alcuna correlazione tra il caso giudiziario citato e le dimissioni dall’ incarico di vicesindaco, atto dovuto, subito attuato come richiesto dalla legge regionale della Calabria».