VIDEO | I consiglieri delegati hanno rimesso il mandato. A pesare la richiesta del ministero di restituire il finanziamento del valore di 102 milioni di euro. L'ex presidente rilancia: «L'opera serve soprattutto oggi che si parla di siccità e crisi idrica»
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Due anni di gestione virtuosa e attenta alla razionalizzazione dei costi non sono stati sufficienti a salvare il Consorzio di Bonifica di Catanzaro, travolto dai contenziosi e dalle procedure esecutive scaturite dalla diga sul Melito. I consiglieri delegati hanno rassegnato le dimissioni dopo aver appurato che era impossibile ogni forma di gestione ordinaria. Sul bilancio pesano macigni piovuti addosso all’ente a causa del mancato completamento dell’opera.
La revoca del finanziamento
A distanza di poco tempo dall’insediamento del nuovo management il ministero delle Infrastrutture ha chiesto e ottenuto la revoca e la restituzione del finanziamento: 102 milioni di euro a cui si è poi aggiunta una procedura esecutiva azionata da una ditta che aveva ottenuto l’appalto per la manutenzione delle gallerie della diga, altri 7 milioni di euro.
La riduzione dei costi
Eppure la nuova gestione, durata poco più di due anni, non aveva lesinato sforzi per razionalizzare i costi. Intanto chiudendo un accordo sindacale che aveva portato i dipendenti amministrativi a ridurre del 50% l’orario di lavoro ottenendo un risparmio di 800mila euro. Il bilancio è stato anche chiuso in positivo ma il risultato è stato vanificato dai debiti accumulati dalle precedenti gestioni.
La progettazione
«Oggi rimangono i risultati che questa amministrazione è riuscita ad ottenere soprattutto in termini di progettazioni – chiarisce l’ex presidente del Consorzio di Bonifica, Fabio Borrello -. Abbiamo terminato una serie di opere come il torrino piezometrico che rimane l’architrave del nostro sistema irriguo. Abbiamo poi installato, ottenendo l’elogio del ministero dell’Agricoltura, i misuratori di portata e di pressione sul territorio che consentiranno di sviluppare il Consorzio in una ottica di risparmio irriguo».
L'incognita diga
Resta però l’incognita legata all’opera, mai realizzata e che oggi rappresenta una zavorra tale da rendere impossibile la gestione ordinaria dell’ente: «La diga sul Melito resta un’opera importantissima per l’area centrale della Calabria – spiega Borrello – e a maggior ragione in questo periodo in cui si parla di carenza idrica. Si potrebbero utilizzare i finanziamenti europei per far ripartire i lavori magari ridimensionando l’opera e utilizzando progettazioni più recenti che il Consorzio già dispone».
Il contenzioso con il ministero
Questa l’unica strada per tentare una ricomposizione del contenzioso con il ministero e tornare ad investire su una infrastruttura strategica: «Noi riteniamo che il contenzioso non sia basato su validi titoli anche perché il Consorzio di Bonifica, all’epoca era stato individuato quale ente attuatore e quindi per conto del Ministero ha speso queste risorse su demanio pubblico» ha precisato Borrello, rimasto alla guida in prorogatio ma in attesa delle determinazioni che adesso la Regione intenderà assumere per assicurare una guida stabile al Consorzio.