Colpo di scena per il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Dopo svariati corsi e ricorsi, si riapre a suo carico il processo per diffamazione intentatogli dal magistrato Abigail Mellace e dal marito Maurizio Mottola. La vicenda riguarda gli anni in cui era Pubblico Ministero a Catanzaro e nell’ambito delle indagini “Why Not’, maxi inchiesta sui presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici in Calabria aperta nel 2006 proprio da de Magistris. L’ex togato avrebbe, secondo l’accusa, sul proprio blog diffamato il gup delle indagini e il consorte.

 

In  particolare, de Magistris avrebbe affermato che il padre di Mellace era stato accusato di violenza sessuale senza precisare che questo era stato assolto. Analogamente, l’allora magistrato avrebbe evitato di precisare che il provvedimento con il quale era stato chiesto l’arresto del marito del gup era stato rigettato in tutti i gradi di giudizio e che questo era uscito indenne da ogni accusa di coinvolgimento nella indagine `Why not´.

 

La vicenda ebbe un primo stop nel 2012 quando, diventato europarlamentare, de Magistris acquisì l’immunità. Nel 2014 a rimescolare le carte intervenne però la Cassazione secondo cui nel caso di specie sul magistrato non poteva valere l’immunità in quanto i fatti si erano consumati ben prima che l’imputato acquisisse la carica all’interno del parlamento europeo.

 

Nel 2015 la seconda archiviazione del caso. Secondo il gup di Salerno, de Magistris poteva usufruire dell’immunità perché da Bruxelles aveva prodotto in giudizio dei documenti sulla multa che l’Olaf, l’organismo anticorruzione europeo, aveva inflitto all’Italia per illecito impiego di fondi comunitari. Ora il nuovo colpo di scena. Secondo la Cassazione, nessun collegamento esiste tra la sanzione dell’Olaf e Why Not e de Magistris deve andare a processo.

 

 

Tiziana Bagnato