VIDEO | I dettagli dell'operazione che ha portato a 29 arresti. Il procuratore di Catanzaro: «Abbiamo dimostrato per la prima volta come i profughi riescono ad arrivare in Calabria e poi in tutta Europa» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Un’inchiesta per noi importantissima. Riteniamo sia un’indagine completa perché per la prima volta si riesce a documentare sul piano investigativo come questi rifugiati, partendo dall’Iran, dalla Siria riescono ad arrivare davanti le coste della Calabria e poi in tutta Europa». È quanto ha dichiarato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri durante la conferenza stampa dedicata all’inchiesta scattata questa mattina che ha permesso di sgominare una vera e propria organizzazione criminale internazionale dedita al traffico di migranti che ha condotto all’arresto di 29 persone, tutte di nazionalità straniera.
Il procuratore di Catanzaro ha affermato che si tratta di «un’indagine di Serie A, completa, fatta con grande sacrificio e pazienza dalla Squadra mobile di Crotone direttamente collegata con le strutture centrali quali lo Sco e la Dac. Il sostituto procuratore Paolo Sirleo e la giovane collega Reale, hanno fatto veramente un lavoro certosino e meticoloso».
«Sono riusciti a ricostruire il viaggio di questi disperati che scappano dalla guerra – ha continuato Gratteri -, attraversano la Turchia e già lì incominciano a trovare i primi organizzatori dei viaggi che li mandano in Grecia a Salonicco dove affittano dei velieri che li portano davanti alle coste italiane. Arrivati in Italia c’è un’altra organizzazione ad attenderli che tramite treni e taxi li manda a Milano, Trento o Ventimiglia, a secondo dello stato europeo che i migranti scelgono».
«Ovviamente in ogni step del viaggio bisogna pagare. L’organizzazione è collegata in rete, infatti abbiamo contestato il reato di associazione a delinquere, perché si tratta di una rete internazionale, sono destinatari di custodia cautelare molti stranieri, molta gente che vive all’estero. Proprio per questo noi eravamo pronti da circa un mese con questa ordinanza e ringraziamo ancora la Polizia di Stato che ha messo a disposizione dei traduttori di tre lingue affinché fosse notificata», ha detto ancora Gratteri.
«L'indagine odierna dura da diversi anni» - ha chiarito il procuratore Nicola Gratteri, che ha precisato come non abbia nulla a che vedere con quel che si è verificato nel febbraio scorso a Steccato di Cutro. «Non riguarda il singolo episodio ma noi abbiamo mirato - ha aggiunto - dal punto di vista giudiziario e investigativo a studiare e dimostrare l'esistenza di una rete».
Lucantonio: «Per la prima volta questo Paese dà una risposta giudiziaria su questo tema»
Alla conferenza stampa era presente anche il procuratore generale di Catanzaro Giuseppe Lucantonio che ha elogiato il lavoro svolto: «Sono onorato di essere qui oggi per testimoniare che a Catanzaro esiste una squadra che lavora in armonia, in rapporti di sincera collaborazione istituzionale e di reciproca stima».
«Questo ha consentito per la prima volta di dare una risposta alle problematiche di queste tristissime vicende dove tutte queste persone sventurate che scappano dalla miseria dalla guerra – prosegue il procuratore generale -, vengono sfruttate, trafficate, gestite e maltrattate da queste organizzazioni criminali».
«Per la prima volta questo Paese dà una risposta giudiziaria su questo tema. È chiara una cosa che quello che paga è il lavoro di squadra, a dimostrazione che la magistratura di questo distretto è una magistratura che collabora», ha concluso Lucantonio.
L’indagine
Sono sette le cellule apparentemente autonome ma che agivano in maniera sinergica come una sorta di «agenzia di viaggio» assicurando il passaggio oltre i confini dei migranti. Sono trenta gli sbarchi monitorati e oltre mille i migranti giunti sulle coste calabresi prevalentemente da Turchia, Iraq e Siria
«Sono state individuate sette cellule sull'intero territorio nazionale» ha chiarito il direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato Francesco Messina. «Oltre alle cellule di partenza individuate tra la Grecia e Turchia. Sostanzialmente il passaggio del migrante da una cellula ad un'altra aveva una sorta di connotato territoriale. E queste connotazioni portavano poi praticamente alle ultime due cellule - dopo quella di Milano - c'era quella di Ventimiglia e Trieste a seconda che il passaggio all'estero riguardasse l'occidente o la Germania. La cellula Triestina aveva in più una peculiarità perché la cassa comune dell'organizzazione era a Trieste».
«Complessivamente il pacchetto completo - ha aggiunto il prefetto Messina - superava i 10mila euro. Si tratta di cifre che venivano corrisposte o attraverso il sistema della banca online o versamenti con i Money transfer i diversi step. Ovvero si pagava in redazione ai singoli contributi delle diverse cellule. Fino a creare un sistema di flussi che è stato monitorato dalla Procura della Repubblica e che attesta anche il riciclaggio perché si tratta sostanzialmente di proventi di attività illecita dissimulati attraverso questi sistemi di versamento».
I nomi
Shvan Jalal Abdalrahman Abdalrahman (34 anni, Iraq)
Hawre Shahab Ahmad (34, Iraq)
Hosman Ali (42, Iraq)
Shex Amanj (38, Iraq)
Nigar Abdalla Amin Amin (35, Iraq)
Osman Ali Awlmohammed (33, Iraq)
Balen Fais Azeez Azeez (31, Iraq)
Mostafa Boughazi (39, Marocco)
Kaka Dana Baqe (43, Iraq)
Ameur Fajjari (29, Tunisia)
Hwnar Nazm Faqe Faqe (30, Iraq)
Kawa Farhanghi (32, Iran)
Agha Muhammad Ghazi (40, Afghanistan)
Mourad Hamadani (39, Marocco)
Mohammed Hamamustafa (33, Iraq)
Ako Abdulla Ibrahim (48, Iraq)
Zhvan Issa (28, Iraq)
Bouchaib Lemhar (52, Marocco)
Nashwan Mahammad (34, Iraq)
Qalejoe Meran (29 o 33, Iraq)
Adel Abdullah Mohammed (37, Iraq)
Ahmed Rashid Mohammed Mohammed (43, Iraq)
Omar Mohammed Ali Mustafa (46, Iraq)
Jawad Namdar (47, Iraq)
Omar Namr (Iraq, 41)
Saman Rasol (35, Iraq)
Farsat Said Abdulaziz (41, Iraq)
Shaho Sleman Abdulkerim (40, Iraq)
Omar Akbar Tawfeeq (49, Iraq).
A piede libero:
Arkan Rachid Ali Ali (33, Iraq)
Nicolae Marian Boicu (26, Romania)
Aso Mohammed Ameen Hamawand (27, Iraq)
Mamhood Qaran Awat Mahmood (38, Iraq)