Il professionista aveva denunciato i proprietari delle “vacche sacre” nella zona di Canolo. Nel 2015 furono arrestati due uomini come mandanti, ma subito dopo le accuse caddero per mancanza di prove sufficienti. Oggi una borsa di studio porta il suo nome
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Ha pagato con la vita l’aver rimproverato i proprietari delle vacche della zona di Canolo, in provincia di Reggio Calabria, che abusivamente occupavano i suoi poderi. Esattamente diciannove anni fa nella Locride, l’8 settembre 2005, moriva ammazzato Fortunato La Rosa, medico oculista in pensione, ucciso con tre colpi di fucile caricato a pallettoni mentre a bordo della sua auto si stava dirigendo nel piccolo centro aspromontano, dove aveva i suoi possedimenti. I killer lo attesero in prossimità di una curva e mirarono alla testa. Nel marzo del 2015, due uomini furono arrestati come presunti mandanti dell’omicidio. Furono accusati di aver organizzato ed eseguito l’omicidio di La Rosa con metodi mafiosi per favorire le attività della ‘ndrangheta nella zona. Tuttavia, già nell’aprile dello stesso anno, le accuse caddero per mancanza di prove sufficienti.
Le invasioni degli animali nei terreni del medico La Rosa erano diventate continue e a nulla sono servite le raccomandazioni dell’oculista che, dopo aver svolto la sua attività all’ospedale di Locri, aveva deciso di dedicarsi all’agricoltura. La famiglia La Rosa, guidata dalla moglie Viviana Balletta, attende ancora giustizia. Nonostante la mancanza di risposte definitive, la donna continua a prendersi cura dei terreni di suo marito, un gesto di resistenza che simboleggia la lotta contro l’ingiustizia e l’impunità. A ricordare il sacrificio del medico è anche il Comune di Locri che da diversi anni attraverso una borsa di studio destinata agli alunni delle scuole superiori cittadine al fine di invitare a riflettere sull'importanza delle azioni degli uomini che si dedicano con impegno alla lotta contro le organizzazioni criminali, alla tutela della legalità e dei diritti collettivi.