VIDEO | Il primo cittadino, finito nelle polemiche perché sabato scorso aveva abbandonato un convegno per il match Juventus-Genoa, rincara la dose: «Quando gioca la mia squadra devo vederla, non riesco a seguire nient'altro»
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È arrivato nella sala dei convegni della casa comunale a Cirella, frazione di Diamante, poco prima delle 17:30, dove sabato scorso, di lì a poco, la Fondazione Michele Scarponi avrebbe tenuto un dibattito sulla sicurezza stradale. Poi ha preso il microfono in mano, ha portato ai presenti il saluto dell'amministrazione comunale e dopo i brevi convenevoli si è congedato: «Devo andare via, sta per cominciare la partita della Juventus». Tanto è bastato al sindaco di Diamante, Gaetano Sollazzo, per finire in una nuova bufera mediatica di quelle che intrigano oltremodo i naviganti della rete.
In men che non si dica, il primo cittadino è finito addirittura sulla stampa nazionale e di conseguenza si è visto recapitare insulti di ogni genere. La colpa sarebbe quella di aver prediletto una partita di pallone a un convegno oggettivamente importante.
L'accusa viene mossa originariamente proprio dalla fondazione nata dopo il tragico incidente costato la vita al campione di ciclismo, Michele Scarponi, che dalla pagina facebook spiega quanto sia stato deludente percorrere 600 chilometri per raggiungere la sede del convegno a Diamante e poi vedersi liquidare dal sindaco dopo una manciata di minuti per via del match di campionato Juventus e Genoa. «Quando cambierà questo paese?», si chiede l'associazione.
La difesa di Sollazzo
«Ho letto con grande simpatia certe dichiarazioni, ma le cose vanno dette nella loro interezza, perché la decontestualizzazione può deviarne il senso». Comincia così, l'arringa del primo cittadino, che prosegue nel suo racconto: «Io avevo avvertito gli organizzatori che avrei fatto il saluto istituzionale e sarei andato via. E' specificato persino nella locandina. Sono andato via ma sapevo bene quanto fosse importante il convegno, per questo ho messo a disposizione la sede municipale di Cirella e tutto l'apparato dei vigili, affinché la manifestazione riuscisse. E proprio perché sapevo di dover abbandonare l'aula, sono andato in compagnia del consigliere Marcello Pascale, da me delegato allo Sport, il quale ha poi preso parte al dibattito in rappresentanza del Comune».
Una malattia chiamata Juve
In realtà, più che una difesa, quella del sindaco di Diamante è una candida ammissione di "colpa", rilasciata con il sorriso e senza il benché minimo imbarazzo, conscio, forse, che l'ennesimo scandalo montato ad arte dal web sia meno scandaloso di quanto in effetti possa sembrare.
«Il sottoscritto - dichiara il sindaco ai nostri microfoni - com'è noto è affetto da questa "malattia": quando gioca la Juve ho necessità di vederla». Una vera e propria ossessione, quella del primo cittadino, che in passato gli ha fatto rimandare appuntamenti ancora più importanti. «Tempo addietro ho spostato il matrimonio perché giocava la Juve. Che volete? Ognuno ha delle malattie, quando gioca la mia squadra, anche se gioca con i bambini di prima elementare, io devo vederla, perché tanto non riesco a seguire né dibattiti né altre situazioni».
Poi, però, arrivano puntuali le scuse. «Non vedo niente di drammatico in quello che è successo ma sento il dovere di chiedere ugualmente scusa, perché in quel momento la Fondazione Michele Scarponi avrà certamente pensato che io abbia sottovalutato il convegno, molto bello e anche ben organizzato. Chiedo scusa a quanti si sono sentiti offesi, ma ripeto, qui l'unico scandalo è la mia "malattia". Se questo è un difetto di un sindaco, beh, io ce l'ho, devo ammetterlo, lo sanno tutti, è la verità».