«Il Mediterraneo, al netto di come se ne parli, sta diventando centrale sempre più nel paradigma dell’economia europea e mondiale». Così il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, a Casignana per la chiusura della prima edizione del Dialog Festival, la rassegna inclusiva volta a celebrare la forza del dialogo e del confronto interculturale, che ha avuto luogo negli spazi della Villa Romana di tra luglio e settembre. «Sono convinto che il Mediterraneo sarà sempre più importante – ha proseguito Occhiuto - Penso che le regioni del Sud, se avessero contezza del loro valore, potrebbero vivere quello che hanno vissuto quelle del nord qualche decennio fa. Serve una nuova narrazione della Calabria. Io sono criticato perché ne faccio una narrazione positiva. Non è una regione impossibile da sviluppare – ha sottolineato Occhiuto - Può crescere fortemente anche in una chiave di sviluppo orientata sul Mediterraneo. La ‘ndrangheta ha creato un danno antropologico alla nostra regione. Anche la politica ha avuto un pregiudizio assecondato da dirigenti politici locali, verso la Calabria. E il Mediterraneo è più forte delle incapacità dei ceti politici regionali e offrirà una prospettiva di sviluppo per la Calabria».

A confrontarsi con il presidente della giunta regionale il direttore del tg di La7 Enrico Mentana, Tommaso Labate, penna di punta del Corsera e gioiosano d’origine, e Mimmo Nunnari, già cronista della Rai. «Da qui è transitato il pensiero greco, la scienza araba, un grande patrimonio e ricchezza, se soltanto ne avessimo consapevolezza – ha detto Nunnari - Chi dovrebbe guardare con attenzione pensando alle opportunità le vede come problemi per lo sviluppo del paese. L’informazione può avere un ruolo fondamentale, attraverso una sollecitazione ad una narrazione diversa verso il sud. E’ necessario lavorare alla creazione di una nuova identità mediterranea». Di un’idea diversa Tommaso Labate: «Il vero problema è che abbiamo un’opinione pubblica tra le più scarse che ci siano in circolazione – ha espresso - Questo provoca dei problemi e delle ricadute anche all’informazione. Abbiamo perso troppo tempo ad affrontare il tema della malapolitica rispetto a quanto siamo scarsi noi lettori ed elettori».

Secondo Mentana «Spesso viviamo la Calabria come una sorta di terra della disperazione, la carta finale che vince o perde. Se Milano, Torino e Roma sono i grandi contenitori dei calabresi di domani ci sarà un motivo. Bisogna invertire la tendenza o mettere a profitto l’emigrazione dei giovani per poi magari farli tornare. Oggi ho avuto la fortuna di vedere due gioielli, la sinagoga di Bova Marina e la Villa Romana di Casignana, ma sono sotto i cavalcavia della statale 106. Non può funzionare così. La Calabria è una regione che può permettersi un suo circuito archeologico. Il racconto serio è fatto dall’orgoglio non vittimistico di essere calabrese».

Il Dialog Festival ha aperto, in questi tre mesi, una finestra sui passi comuni da compiere per costruire una visione di cultura e di dialogo modello di pace per tutto il mondo. Un obiettivo ambizioso, ma su cui il vicesindaco di Casignana, Franco Crinò, animatore della manifestazione, ha un’idea chiarissima: «La storia di Casignana racconta di popoli pronti a difendere i diritti ed i giusti e racconta di un grande senso di bellezza ed eleganza. Sono gli elementi che servono alla nostra terra per uscire dal cul de sac del disagio sociale ed economico, elementi da cui siamo partiti per aprire una riflessione comune ed ampia sulla forma di sviluppo da pianificare, programmare e realizzare. I mosaici di Casignana ce lo insegnano, i singoli tasselli da soli non costruiscono la storia, serve comporre una visione comune per narrare la bellezza e la capacità di un territorio di produrre cultura, economia e società libere da gioghi e malaffare».