È diventata pesante l’aria che si respira all’interno della Rems di Girifalco. Tanto da indurre il sindacato Usb a chiederne l’immediata chiusura.

La struttura attesa da tempo e nata come polo sanitario in cui poter riabilitare soggetti gravati da misure detentive ma affetti da disturbi psichiatrici sconta, infatti, problemi di sicurezza interna. E a farne le spese sono stati per ora diversi operatori sanitari aggrediti mentre svolgevano il loro lavoro.

Aggressioni continue

L’ultima in ordine di tempo è avvenuta una decina di giorni fa. Una operatrice che ha dovuto far accesso al pronto soccorso dopo aver riportato ferite giudicate guaribili in 15 giorni. Ma l’elenco è molto lungo, secondo il sindacato di base sono state oltre sessanta le aggressioni consumate nei confronti di infermieri e medici che hanno contribuito ad alimentare un clima di ansia e apprensione tra i dipendenti.

Dimissioni

Molti sono coloro i quali hanno scelto la strada delle dimissioni, una decisione assunta di recente anche dal responsabile sanitario del polo nominato dall’ex commissario dell’Asp di Catanzaro, ente su cui ricade la competenza nella gestione della Rems. A finire sotto accusa il sistema di sicurezza «mai applicato», secondo il sindacato, che consentirebbe agli ospiti la libera circolazione all’interno della struttura con un conseguente rischio per i sanitari.

Tso e ricovero

Nella residenza fanno accesso, infatti, soggetti ritenuti socialmente pericolosi che devono scontare una misura detentiva ma che per ragioni strettamente sanitarie necessitano di cure psichiatriche riabilitative. Tuttavia, la struttura – così come concepita – non consente un contenimento o controllo sui pazienti, basti pensare che di recente si è resa necessaria l’applicazione di un trattamento sanitario obbligatorio e il ricovero in Spdc per un paziente particolarmente aggressivo.

Chiusura del polo

Secondo il sindacato, «l’elevatissimo numero di infortuni lavorativi tutti causati da aggressioni refertate presso i pronto soccorso della provincia di Catanzaro» e l’assenza di sistemi di sicurezza quali «la chiusura automatica delle porte, la domotizzazione della struttura e il rafforzamento degli spogliatoti e della infermeria» rende necessaria l’immediata chiusura della struttura per permetterne «la totale messa in sicurezza».

Visite ispettive

Una condizione che, secondo il sindacato Usb, accrescerebbe il rischio non solo per gli operatori sanitari ma anche per i pazienti. In ragione di ciò, sono state contestualmente chieste visite ispettive all’Ispettorato del Lavoro e al Garante regionale dei diritti delle persone detenute «per sincerarsi delle attuali condizioni di sicurezza presenti presso la Rems di Girifalco».