Dal primo gennaio l’Italia sarà sanzionata dalla Corte di Giustizia Europea per 21 milioni di euro, che dovrebbero diventare 35 milioni di euro nel 2016, per la qualità della depurazione delle acque dei Comuni. La procedura d’infrazione risale al 2004, e da allora sono arrivate all’Italia due diffide, nel 2005 e nel 2009. Viene contestata la non corretta applicazione della direttiva 91/271 relativa alle acque.