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Giovanni Manoccio, ex sindaco di Acquaformosa, nel Cosentino, e assessore all’Immigrazione e accoglienza ha chiesto ad un pool di avvocati, esperti in materie giuridiche sull'immigrazione, di "approfondire se nelle dichiarazioni rese alla stampa, alle Tv e su twitter, dal presidente della Regione Lombardia, si possano ravvisare gli estremi per una denuncia, sia civile che penale, per istigazione all’odio razziale e per abuso di potere".
"Le minacce rivolte ai sindaci, come quella rivolta ai Prefetti - ha dichiarato Manoccio - è una chiara minaccia a Pubblici ufficiali per costringerli a compiere atti contrari ai propri doveri o ad omettere atti di ufficio; inoltre, qualora il signor Maroni dovesse attuare quanto annunciato pubblicamente, saremo in presenza di veri e propri atti discriminatori, creando per i trasferimenti regionali ai comuni distinzioni basate soltanto sulle convinzioni politiche dei sindaci. Sostenendo quindi l’attività amministrativa su preferenze e differenze basate sull'origine nazionale ed etnica, da censurare al livello giudiziario, amministrativo e civile".
"Infine - rileva ancora Manoccio - non è da sottovalutare la condotta sotto l’aspetto, forse ancor più grave, dell’incitamento all’odio razziale, visto che nelle esternazioni di Maroni, erroneamente o volutamente, si confondono i termini clandestini, immigrati e rifugiati, strumentalizzandoli politicamente e accomunandoli tutti in modo dispregiativo, alimentando cosi i sentimenti di intolleranza e di odio nella opinione pubblica".