«Segnalare salva vite, salva famiglie. Non voltatevi dall’altra parte». Con queste parole il tenente colonnello Marco Filippi, comandante del reparto territoriale dei Carabinieri di Corigliano Rossano, ha acceso i riflettori su un fenomeno che definisce «drammaticamente diffuso» durante un incontro pubblico dedicato alla lotta contro la violenza di genere.
L’ufficiale ha raccontato un episodio emblematico, che dimostra quanto una semplice telefonata possa essere decisiva. Una giovane ragazza, appena 16 anni, dopo una relazione travagliata, aveva accettato un ultimo appuntamento con l’ex fidanzato. «Nonostante fosse così giovane – ha spiegato Filippi – ha avuto il coraggio di seguire il proprio istinto e avvertire i Carabinieri. Non lo conosceva, non aveva mai avuto a che fare con noi, ma ha fatto una telefonata al comandante della stazione. Quel gesto le ha salvato la vita».

Un coltello e un sospetto

Il comandante e il suo team sono intervenuti. Quel ragazzo, fermato prima che incontrasse la sua ex, aveva un coltello. «Tutte le intenzioni erano chiare – ha detto il tenente colonnello –. Se non fossimo intervenuti, oggi probabilmente racconteremmo un’altra tragedia in questo territorio che già ne ha conosciute troppe».
La vicenda, pur nella sua gravità, dimostra il valore di un semplice gesto: il coraggio di denunciare. Filippi ha insistito sull’importanza di non sottovalutare alcun segnale, invitando i cittadini a non ignorare rumori sospetti, tensioni familiari nei vicini o situazioni di pericolo, anche quando non li coinvolgano direttamente.
L’alto graduato ha poi offerto un quadro inquietante della situazione a Corigliano Rossano: «Ci occupiamo ogni giorno di uno, due, tre casi di violenza di genere. Tutti i giorni, senza tregua. Questo vi dà la misura di quanto sia diffuso il problema». La violenza non conosce barriere generazionali o sociali. Coinvolge giovani coppie, famiglie, persone che spesso rimangono intrappolate in silenzi che possono diventare fatali.

La forza della denuncia

«Abbiamo gli strumenti per intervenire – ha ribadito Filippi – grazie ai nuovi codici e alle risorse disponibili. Ma il nostro lavoro inizia da voi, da una segnalazione, da una telefonata». L’appello è rivolto non solo alle vittime dirette, ma a chiunque percepisca un pericolo imminente. «Non giratevi dall’altra parte. Il rumore di un vicino, un comportamento sospetto, possono essere l’inizio di una tragedia. Intervenire può fare la differenza».L’incontro pubblico si è trasformato in una lezione di prevenzione e consapevolezza. «I Carabinieri – ha concluso l’ufficiale – sono i vostri consiglieri, i vostri tutori. La fiducia reciproca è fondamentale per spezzare il ciclo della violenza». Un messaggio forte, che invita a rompere il muro dell’indifferenza e a considerare ogni segnale, anche minimo, come un potenziale campanello d’allarme. Segnalare non è solo un dovere civile, ma un atto di responsabilità che può salvare vite.