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Licenziato dall’azienda dopo aver denunciato la presenza di eternit in un deposito ferroviario di Reggio Calabria. È questa la triste vicenda che ha visto suo malgrado protagonista Nino Pulitanò, ex dipendente di Trenitalia. La denuncia di Nino dopo la morte del fratello, anche egli ferroviere, per un tumore ai polmoni che i familiari attribuiscono «all'amianto che respirava ogni giorno». Dopo l'esposto alla Procura della Repubblica nel 2016, Nino, nell'ottobre scorso, dopo 43 anni di servizio, riceve una lettera di licenziamento. Oggi , a distanza di mesi, quella stessa area è stata completamente bonificata.
Già nei giorni scorsi diversi gli enti e le personalità politiche che hanno chiesto a gran voce il reintegro dell’ex lavoratore tra cui il primo cittadino della città dello Stretto, Giuseppe Falcomatà. Oggi invece il senatore del Pd, Ernesto Magorno, lo ha incontrato per esprimergli pieno sostegno e vicinanza.
«Le sue denunce - dice Magorno - si sono rivelate fondate dal momento che nei giorni scorsi l'area in questione è stata bonificata». Da qui l'interrogazione parlamentare presentata per sensibilizzare il Governo sulla necessità di attivare ogni misura necessaria per il pronto reintegro del lavoratore. Il parlamentare oggi ha voluto portare personalmente la sua solidarietà al lavoratore, incontrandolo a Reggio Calabria e «garantendogli un sostegno pieno alla sua causa». Il parlamentare del Pd chiedeva, infatti, ai ministri competenti «di sapere quali iniziative intenda assumere il Governo, anche in considerazione della presenza "pubblica" all'interno dell'assetto societario di Rfi/Trenitalia, al fine di porre fine al contenzioso giudiziario in corso e procedere al rapido reintegro sul posto di lavoro di Nino Pulitanò per il coraggio dimostrato e per aver contributo in maniera determinante alla bonifica di un sito pericoloso».