"A questo punto voglio sapere se davvero pezzi dello Stato tramano contro altri pezzi dello Stato. Voglio sapere se davvero un Carabiniere ha preparato dei dossier falso contro un ministro della Repubblica. Ho deciso di presentare su questo un esposto alla procura di Roma. Voglio la verità".

 

Inchiesta Eni: dalle intercettazioni spunta il 'dossier' contro Delrio

 

A parlare a ‘Repubblica, è il titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti , Graziano Delrio. Nel mirino presunte intercettazioni, anche fotografiche, dei pm di Potenza che indagano sul caso Guidi-Gemelli che vedrebbero Delrio legato alla ‘ndrangheta.

 

“A Cutro ci sono andato da sindaco di Reggio Emilia. Le due città sono gemellate. Ero lì con la fascia tricolore. Sono andato ad una cerimonia, per qualche metro ho seguito la statua locale della Madonna. E basta. Hanno provato a invischiarmi in quella roba – afferma Delrio - ma non hanno trovato niente perché era impossibile trovare qualcosa. Mai un avviso di garanzia".


Queste sono parole. I fatti invece sono che appena arrivato al governo con Renzi, abbiamo nominato Gratteri, magistrato antimafia, alla presidenza della commissione per riscrivere il codice di procedura penale. Io sono stato sempre contro la mafia figuratevi se andavo a Cutro per incontrare i mafiosi".


Riferendosi all’intercettazione in cui Colicchi racconta a Gemelli che il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, si sarebbe recato da Delrio per sponsorizzare la conferma di un loro "protetto" Alberto Cozzo come commissario straordinario dell'autorità portuale di Augusta, il ministro conferma di aver incontrato Lo Bello ma non per parlare di Cozzo: “Io lo direi tranquillamente se Lo Bello mi avesse parlato di Cozzo. Non c'è niente di male se la Camera di commercio parla a un ministro di un'autorità portuale. Si ascolta e poi si decide in coscienza. Ma, semplicemente, non è avvenuto".