Turbata libertà degli incanti, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, certificati ed autorizzazioni amministrative, apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo in relazione alle disposizioni in materia di pubblica sicurezza. Sono queste le accuse mosse dalla Procura di Locri all’ex sindaco di San Luca Bruno Bartolo, arrestato stamattina e posto ai domiciliari. Medesima misura cautelare anche nei confronti di un assessore della sua amministrazione, Francesco Cosmo, mentre quattro dirigenti dell’Asd San Luca 1961 si sono visti notificare la misura dell’obbligo di dimora, cumulata con l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Rocco Alberto Campolo, Antonio Costanzo, Salvatore Giuseppe Giampaolo e Domenico Rechichi, questi i loro nomi. La società calcistica inoltre è stata raggiunta dal provvedimento interdittivo di revoca della concessione dello stadio comunale “Corrado Alvaro”, impianto sportivo che, sempre con lo stesso provvedimento del Giudice per le indagini preliminari, è stato sottoposto a sequestro preventivo.

I controlli a Polsi e l’avvio delle indagini

Questi gli esiti di una lunga indagine coordinata dalla Procura locrese e portata avanti dai carabinieri della Stazione di San Luca, attraverso l'acquisizione e l'analisi di copiosa documentazione, oltre a intercettazioni ambientali audio e video. Tutto parte da da alcuni controlli amministrativi nei confronti di esercizi commerciali svolti, nel mese di settembre 2022, in occasione della "Fiera della Montagna", indetta dal Comune di San Luca presso il Santuario della Madonna di Polsi, importante luogo di culto anche noto come luogo storicamente legato alla 'ndrangheta. In questo contesto, gli approfondimenti eseguiti dai carabinieri avrebbero permesso di disvelare, è scritto in una nota diffusa dalla Procura, «la sussistenza di una vera e propria intesa collusiva tra l'Amministrazione comunale, nelle persone del sindaco e dell'assessore, ed i commercianti presso l'area mercatale del Santuario di Polsi». L’assessore, responsabile della procedura di assegnazione degli spazi pubblici destinati alla vendita di articoli religiosi, alimenti e bevande durante la tradizionale ricorrenza religiosa del mese di settembre, in concorso con l'ex sindaco e ricorrendo alla costituzione di atti falsi, avrebbe rilasciato illegalmente molti titoli autorizzativi al commercio «in totale carenza di istruttoria, di graduatorie e, finanche, in assenza delle istanze dei beneficiari» e «con elusione delle procedure previste dal bando di gara - indetto e volutamente mai portato a termine». Autorizzazioni che sarebbero state rilasciate in favore di soggetti legati o contigui alla criminalità organizzata sanluchese, quasi tutti colpiti da sentenze di condanna passate in giudicato, oppure attinti da misure di prevenzione ed antimafia e che, proprio in ragione dei loro trascorsi, non avrebbero mai potuto ottenere legittimamente tali concessioni. 

Irregolarità anche nella concessione dello stadio

Le indagini hanno poi svelato anche qualcosa non andava nemmeno nei rapporti tra gli amministratori e l’Asd San Luca, militante all'epoca dei fatti nel campionato di calcio di Serie D.

Nella circostanza, le intercettazioni avrebbero permesso di ricostruire, in dettaglio, le varie fasi preparatorie ed il suo successivo concretizzarsi, tra il mese di novembre 2023 e il gennaio 2024, dell'accordo fraudolento finalizzato a far ottenere in concessione alla società calcistica lo stadio comunale “C. Alvaro”, eludendo, anche in questo caso, le procedure previste dalla legge (la cui corretta applicazione, avrebbe dovuto imporre, invece, la tassativa esclusione della società sportiva dall'affidamento del bene, a causa delle plurime e gravi inadempienze contrattuali commesse negli anni precedenti): ciò attraverso la predisposizione di un bando di gara nel corso di più incontri tenuti negli uffici comunali tra sindaco, assessore e rappresentanti della squadra, durante i quali sarebbero state pattuite le clausole e stabiliti i successivi passaggi formali da adottarsi («in chiara violazione dei principi di trasparenza e buon andamento della Pubblica amministrazione e delle regole di concorrenza e libero mercato») affinché la predetta Asd potesse aggiudicarsi nuovamente il godimento dell'impianto, a condizioni economiche d'indebito vantaggio e con spese interamente a carico dell'Ente e dei suoi contribuenti.

Nello stesso frangente, il sindaco, al fine di permettere alla squadra di allenarsi e di continuare a giocare il campionato alla presenza del proprio pubblico pagante, avrebbe rilasciato illegittimamente diverse autorizzazioni, nella quali è stato attestato falsamente l'avvenuto riscontro dell'agibilità dell'impianto sportivo.

Le dichiarazioni del capitano Pietro Scabardi, comandante della Compagnia carabinieri di Bianco