È solare Miriam, ma anche dolce, espansiva. Sempre pronta ad aiutare gli altri, a dare un abbraccio, a sostenere chi è in difficoltà. Frequenta il Liceo delle Scienze Umane, vuole iscriversi ad una «facoltà importante» anche se non sa ancora quale. Miriam Molinaro è anche un’atleta, fa danza artistica e si è qualificata ai mondiali Special Olympics che si disputeranno a marzo ad Abu Dhabi.

 

Miriam è affetta da sindrome di Down, ma se non fosse per alcuni tratti somatici sarebbe difficile intuirlo. Questa ragazza lametina che ha appena compiuto diciotto anni è la dimostrazione di come la disabilità possa essere affrontata e, a volte, accantonata. Specie se si hanno accanto persone pronte a sostenere chi ha difficoltà che possono incidere sullo svolgimento della quotidianità. Come la mamma di Miriam, Lucia Perri, che racconta in un’intervista a laC, di come non avesse avuto una diagnosi prenatale e di avere saputo della sindrome di down direttamente alla nascita della bambina. «Non abbiamo avuto nessun supporto in ospedale, ci è stato comunicato in maniera blanda».

 

Un dolore forte quello avvertito, pensando soprattutto al futuro della piccola, alle difficoltà che avrebbe dovuto affrontare. Ma la vita avrebbe ripagato tutto l’amore, l’accudimento e la fiducia data a Miriam. Seguita sin dall’età di sei mesi da una fisioterapista Miriam si è fatta strada. A distinguerla una dialettica ineguagliabile, vivacità e voglia di fare. Miriam vuole anche prendere la patente, ha già iniziato a studiare un manuale di teoria e bacchetta chi non rispetta la segnaletica. «Grazie a Miriam ho imparato- ci dice la madre – che spesso i veri disabili siamo noi e non loro». Importante il ruolo dello sport e dell’associazione lametina, la Lucky Friends, in cui questa passione è nata ed è stata sollecitata fino a portare Miriam, insieme ad altri compagni, ad affrontare una sfida così importante. «Con lo sport Miriam e gli altri ragazzi mettono da parte la loro disabilità, la dimenticano». Questi sono giorni importanti per chi dovrà competere alle Special Olympics: «Sono emozionata – ci dice Miriam – non si tratta di un semplice allenamento ma di una gara vera e propria». Una gara che siamo sicuri affronterà comunque vada con il sorriso come sempre.