«Le persone mi hanno sempre giudicato, fa male ogni volta ma dopo un po' ti ci abitui». È stata insultata più volte Rebecca, sia nella vita reale che in quella virtuale e ormai dice di esserci abituata. Questa ragazzina coraggiosa di appena 13 anni, di Satriano, nel Catanzarese, è affetta da una malattia genetica  rara, la Sturge Weber, una malformazione cutanea su tutto il volto, e da glaucoma, che inizialmente le ha fatto perdere la vista all’occhio destro, poi recuperata in parte. Da quando aveva appena 6 mesi ad oggi ha già subito 21 interventi chirurgici.

Bullizzata sui social

Ma nonostante la giovane età e grazie al sostegno della sua famiglia e di figure specialistiche, nel tempo è riuscita a superare le sue insicurezze e ad affrontare meglio la malattia fino a decidere di raccontarsi anche in quel mondo virtuale che nei giorni scorsi l’ha nuovamente ferita. Un video che Rebecca aveva postato sul suo profilo tik tok è stato infatti ricondiviso su instagram da un “bullo moderno”, un utente seguito da 96 mila followers con l’unico scopo di deriderla per il suo aspetto.

La forza di Rebecca

«Rebecca ha fatto un duro lavoro per riuscire ad aprirsi e poi arriva questa gente che sminuisce tutto, anzi la deride semplicemente per farsi forte davanti agli altri – sostiene arrabbiata Laura Montepaone, mamma della ragazzina -. Fondamentalmente anche loro avranno problemi molto gravi se si sentono forti umiliando gli altri senza nessun rispetto per la persona. Noi genitori abbiamo sempre messo al corrente Rebecca dei pericoli legati ai social – spiega - ma lei ha deciso di vivere in maniera naturale la sua problematica raccontando la malattia e aiutando così tanti altri ragazzi come lei, sempre limitatamente al suo account».

«Giustizia per mia figlia»

Dopo aver denunciato l’accaduto a Carabinieri e Polizia Postale, il video in questione inizialmente era stato rimosso dalla piazza virtuale «poi questa persona, considerato il riscontro che aveva avuto e per il piacere di ricevere like e commenti dai suoi seguaci, ha ripostato il video specificando “lo rimetto per voi” – racconta mamma Laura -. E nonostante le numerose segnalazioni il video è ancora in rete mentre, paradossalmente, il profilo tik tok di mia figlia è stato bloccato. Io credo nella giustizia, credo nelle forze dell’ordine, so che l’iter è molto lungo ma voglio che si faccia giustizia perché solo così si possono bloccare questi fenomeni: non denunciare e lasciare sempre correre, non farà mai capire ai ragazzi quanto tutto questo sia grave. Mia figlia non deve sentirsi la vittima, sono loro a doversi sentire male per quello che hanno fatto. In tutto questo ci tengo a ringraziare la Polizia Postale che mi ha ascoltato e mi ha fatto sentire sostenuta in questa battaglia per la prevenzione al cyberbullismo».

L'affetto della comunità

Sin da subito la famiglia di Rebecca ha avuto la fortuna di incontrare lungo il cammino persone dal grande cuore: «Siamo stati sempre fortunati per due motivi – sottolinea Laura - sia perché questa malattia porta altre complicazioni a livello neurologico, e fortunatamente Rebecca da questo punto di vista sta benissimo, sia perché dai primi mesi di vita di mia figlia, il Signore ha messo sulla nostra strada bravi specialisti. Anche durante il percorso scolastico di Rebecca sono stati tutti molto accoglienti. Dall’asilo, alla scuola elementare fino alla scuola media, insegnanti e compagni le sono stati sempre accanto».

Il messaggio di Rebecca

Rebecca, che frequenta il gruppo scout del suo paese, da grande sogna di diventare psicologa o medico legale, o ancora di fare carriera militare e di poter studiare all’estero. I suoi compagni, subito dopo l’increscioso episodio, l’hanno accolta a scuola con un bellissimo mazzo di fiori gialli e anche in questo caso la sua è una grande lezione di vita per tutti: «Tutto fa male ma ogni situazione ci insegna qualcosa e bisogna sempre rialzarsi – dice con gli occhi lucidi -. Quando pubblico i miei messaggi sui social cerco di aiutare gli altri perchè ci sono molti ragazzi che non hanno la forza di parlare con i genitori o di chiedere aiuto a qualcuno con il rischio di compiere gesti estremi. Io dico sempre che la vita non va assolutamente sprecata per colpa di questi bulli, anzi bisogna ignorarli e farsi scivolare tutto addosso. Oggi ho visto l’arcobaleno e mamma mi ha detto che dopo la pioggia c’è sempre l’arcobaleno. E questa frase mi ha fatto pensare al passato e al presente».