Si discuterà nella giornata del 14 dicembre 2022, la conferma (o meno) del procuratore capo di Crotone, Giuseppe Capoccia. La decisione passerà al vaglio dell'assemblea plenaria, la quale dovrà valutare le due proposte formulate dalla quinta commissione di Palazzo dei Marescialli.

In un caso, il relatore Antonio D'Amato, esponente di Magistratura indipendente, ha optato per la conferma delle funzioni direttive del magistrato Capoccia nominato dal Csm nel 2015. Proposta che non ha trovato favorevoli i consiglieri Sebastiano Ardita, Fulvio Gigliotti, Michele Ciambellini e Alessio Lanzi, i quali si sono astenuti. Non si era tirato indietro, tuttavia, il Consiglio Giudiziario di Catanzaro che, con una nota pervenuta nel 2022, aveva manifestato apprezzamento per il lavoro svolto da Capoccia in quel di Crotone.

La proposta B, formulata dalla consigliera Alessandra Dal Moro (AreaDg) prevede invece la non conferma di Giuseppe Capoccia e anche in questo caso i consiglieri Ardita, Gigliotti, Ciambellini e Lanzi si sono astenuti.

La storia recente del procuratore Capoccia

Il procuratore di Crotone era stato coinvolto in due distinti procedimenti, penale e disciplinare, dai quali è uscito con provvedimenti chiari e inequivocabili circa le sue condotte. Se la procura di Salerno aveva archiviato la pratica per insussistenza dell'ipotesi accusatoria, la sezione disciplinare del Csm lo aveva giudicato e sanzionato con la censura per la vicenda dello stadio "Scida" di Crotone. Poi il ricorso in Cassazione presentato dall'avvocato Ivano Iai, il quale aveva ottenuto l'annullamento con rinvio. La nuova sezione disciplinare, recependo le indicazioni della Suprema Corte, lo aveva assolto da ogni incolpazione. Quindi nessun atto illecito commesso da Capoccia che aveva da sempre professato sia la sua innocenza rispetto ai fatti contestati che la correttezza del suo operato in qualità di responsabile dell'ufficio inquirente di Crotone.

Perché Capoccia deve rimanere a Crotone

Per il relatore D'Amato, in riferimento alla questione "Scida", l'operato di Capoccia, sia da un punto di vista disciplinare che di un'eventuale incompatibilità ambientale, già valutata ed esclusa nella fase cautelare del procedimento amministrativo, ha evidenziato come il magistrato non sia stato affatto dipendente e parziale rispetto alla vicenda giudiziaria, non essendo stato condizionato da nessuno. In tal senso, si evidenzia che «il dott. Capoccia, a ben vedere, nella vicenda in esame, non ha preso nessuna iniziativa; non ha convocato nessuno; non ha sollecitato nessuno; né ha suggerito delle soluzioni». 

Capoccia, si legge nel documento, «ha solo ascoltato gli interlocutori istituzionali: ha ricevuto nel suo ufficio Giovanni Vrenna, il quale, sebbene fosse attenzionato dalla DDA di Catanzaro per fatti di criminalità organizzata di tipo mafioso, era il Presidente del F.C. Crotone, concessionario dello stadio comunale, ed ha ascoltato il sindaco di Crotone, dott. Ugo Pugliese, che lo chiamava al telefono. La sua presenza, pertanto, si è limitata a ciò che hanno documentato le intercettazioni«. In definitiva, il procuratore Capoccia «si è rivelato dirigente di sicura competenza ed in possesso di doti organizzative che gli hanno consentito di assicurare funzionalità ed efficienza all’ufficio».

Perché Capoccia deve lasciare Crotone

Non la pensa così la consigliera Alessandra Dal Moro, la quale ritiene che «Capoccia non si è affatto limitato a cortesie istituzionali e agevolazione di soluzioni già ideate, avendo piuttosto avviato e coltivato una vera e propria attività di consulenza politico-amministrativa, del tutto inappropriata stante il ruolo ricoperto, interloquendo due mesi prima della scadenza di un’autorizzazione che - in mancanza di rimozione - avrebbe comportato il sequestro delle strutture, con soggetti (istituzionali e non) che potevano essere chiamati ad assumere le relative responsabilità, anche penali. Soggetti che non ha solo ascoltato, ma cui ha dispensato consigli con considerazioni del tutto inopportune stante il delicato ruolo ricoperto».

Secondo la proposta B, il fatto che Capoccia abbia interloquito con Giovanni Vrenna, non depone a suo favore, in quanto «si tratta di una condotta che, a prescindere dalla esclusa rilevanza disciplinare dei fatti come contestati e dall’assenza degli specifici presupposti del trasferimento d’ufficio ex art.2 L.G. - esclusi nella fattispecie alla luce dell’assenza dello strepitus fori - all’evidenza incide in maniera negativa sui prerequisiti della funzione, sia in termini di indipendenza che di l’imparzialità (che “consiste nell’esercizio della giurisdizione condotto in modo obiettivo ed equo rispetto alle parti”) i quali impongono che, nella gestione del proprio ruolo istituzionale, il magistrato si comporti in modo di evitare anche solo di apparire “avvicinabile” o condizionabile quanto alle proprie determinazioni». A Capoccia rimane comunque circa un anno dalla scadenza naturale del mandato. Parola dunque al Plenum.