«All’epoca ero un giovane geometra di cantiere. Avevamo iniziato gli scavi di questo palazzo e per sei anni, insieme agli archeologi, abbiamo scavato, trovato, disegnato e sognato anche, perché qui c’era la possibilità innovativa di far convivere l’archeologia insieme a una struttura di cemento armato». A parlare è Pino De Lucia, della Legacoop di Crotone, che ha partecipato al sit-in del Comitato Antica Kroton per chiedere di aprire, a 30 anni dalla sua scoperta, il sito archeologico venuto alla luce in via Napolisotto l’edificio che oggi ospita la Bper Banca.

Uno spazio da restituire alla città

«Qui sotto – spiega Filippo Esposito di Liberi per Crotone - c’è un pezzo di Antica Kroton che la città aspetta, da allora, che sia reso fruibile per tutta la comunità. Ci sono stati diversi procedimenti giudiziari per evitare che lo spazio sovrastante venisse riconsegnato alla città, sono stati persi in tutti i gradi di giudizio, solo che nessuna amministrazione comunale, fino ad oggi, ha sentito l’esigenza di ridare alla collettività uno spazio così importante. Questa è la dimostrazione che anche quando si riesce a portare alla luce pezzi del nostro patrimonio archeologico, le amministrazioni comunali non sono capaci o non vogliono restituirli alla cittadinanza. E speriamo che ciò non accada anche con il progetto di Antica Kroton, anche perché speriamo che i finanziamenti non vadano persi».

La storia sia alla portata di tutti

«La lotta delle associazioni è legittima e - attacca Linda Monte, del comitato Antica Kroton - la voce dei cittadini va ascoltata. Non chiediamo posti in prima fila, ma che la storia antichissima di questa città sia alla portata di tutti. Se hanno problemi a riaprire questo sito, lo dicano alla città: le carte dimostrano che questo è un luogo che appartiene al pubblico, compreso il porticato adibito a garage».

«Qui ci sono i tre strati di livello della città, dall’alto Medioevo al periodo romano e quello greco, oltretutto è un sito già pronto chiavi in mano, che potrebbe essere fruibile già da domani» spiega Antonio Arcuri, anche lui membro del comitato.

«Questo – conclude con amarezza De Lucia - doveva essere un gioiello di archeologia urbana. Sono passati tanti politici in questi anni…». Vederlo chiuso, dopo aver partecipato a quella straordinaria scoperta, gli fa male: «È una sofferenza perché questa è una città meravigliosa, che purtroppo non è stata amata».