FOTO E VIDEO | A Crotone presenti nelle prime ore del mattino focolai ancora accesi e aria irrespirabile. A fuoco Parco Pignera, i giardini di Pitagora e la zona industriale con la baraccopoli
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Un martedì segnato dagli incendi e dalla paura nel crotonese con danni ingenti ma per fortuna senza perdite umane. Tra i paesi più colpiti della provincia Strongoli e Torre Melissa. A Strongoli si segnalano case ed auto distrutte dalle fiamme che dalla Provinciale 16 hanno attaccato il vecchio centro storico mentre, dal mare, si guardava senza azzardarsi ad andare a scorgere ciò che stava accadendo; ma anche Torre Melissa abbisognava certamente di canadair che invece erano impegnati a sud della regione.
Ma è Crotone quella che, ancora alle 7 del mattino aveva focolai accesi, fumo ed un’aria pesantissima, davvero irrespirabile nel centro ma anche nelle periferie, soprattutto in quella nord, in particolare. Nessun danno diretto a persone e questo certamente rimane il dato positivo. Ma non è infatti ancora possibile sapere la natura dell’incendio a Parco Pignera ed ai giardini di Pitagora, polmone cittadino quasi distrutto, e certamente non per la prima volta; soprattutto da quando, almeno 7 anni, non si tracciano vie di fuoco e piccoli ma indispensabili interventi di prevenzione che, vista l’insistenza di piromani, dovrebbero essere tra le priorità.
Non si sa ancora nemmeno da dove siano partiti i focolai che dalla strada consortile, dalla stazione ferroviaria e dal ponte del cavalcavia nord della città, hanno trasformato la terra promessa per tanti migranti in una terra dei fuochi “disegnata” dalle baraccopoli che tornano immediatamente a vivere tra focolai ancora accesi e fumi nausabondi. C’è stato di più in questa occasione: il fuoco ieri ha tentato di sostituirsi alla bonifica mai decollata della zona industriale. Bruciano ancora i capannoni di eternit (neanche quello mai tolto dall’ex Sasol, Pertusola e Montecatini), ma bruciano balle e fumi nocivi e velenosi, tanto Crotone (rammenta amaro qualcuno) rimane l’unica provincia senza registro tumori.
Rimangono quasi intatti anche faldoni e cartelli di warning che sanno di beffa all’interno di quello che fu il polo industriale più importante della Calabria. E la baraccopoli confinante dei migranti va a segnare uno stereotipo di una contemporaneità impazzita. Ci sono uomini che cercavano un mondo migliore che sono subito tornati a dormire (o non sono mai scappati via nemmeno con le fiamme alte?) nell’unico posto che li accoglie. Accanto a quella monnezza che non fa senso a nessuno, di fianco al fuoco ancora acceso, ad accaparrarsi il grosso dei veleni da respirare che, tanto, loro (dirà qualcun altro) sono abituati al peggio.