Per ora il centro di Sant’Anna destinato alla quarantena di chi sbarca è occupato per metà della capienza. Il prefetto: «Fino a ieri sera erano presenti poco meno di 600 ospiti»
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Non hanno esitato a gettarsi in mare e sfidare le onde che in quel momento flagellavano il litorale sferzato dal vento teso. Quando hanno compreso che sarebbe stato impossibile utilizzare i gommoni, i soccorritori hanno usato lunghe corde per raggiungere in sicurezza dalla spiaggia la barca a vela incagliata a qualche decina di metri dalla riva e recuperare così i 75 migranti, tra cui donne e bambini piccoli, sbarcati nella notte a Crotone (un'altra decina di stranieri è stata rintracciata poco dopo). Nelle drammatiche immagini del salvataggio si percepisce appieno il coraggio e l’impegno dei soccorritori – vigili del fuoco, polizia, capitaneria di porto, croce rossa e operatori del 118 -. Ma si avverte anche il terrore nelle urla e nelle richieste di aiuto di chi, suo malgrado, è costretto ad affrontare il mare in tempesta per tentare di arrivare in Europa, di cui la Calabria è l’ultima propaggine di terraferma.
«Noi salviame vite umane»
È da settimane che si registrano continui sbarchi sulla costa ionica calabrese: in due giorni sono arrivate tre imbarcazioni nel Crotonese per un totale di quasi 300 stranieri, nella notte un altro approdo si è verificato a Badolato, in provincia di Catanzaro. Viaggi della speranza che continuano senza sosta e di fronte ai quali si rinnova, incessante, l’impegno delle forze dell’ordine: «Io e il capo del servizio operativo non abbiamo dormito per seguire le operazione di soccorso degli tre sbarchi delle ultime ore, che naturalmente non sono i primi e non saranno gli ultimi» ha detto il comandante della Capitaneria di Porto di Crotone, Vittorio Aloi, parlando con i giornalisti a margine della cerimonia svoltasi in piazza Umberto I in occasione della Giornata dell’unità nazionale e delle forze dell’ordine.
«Noi non possiamo fare altro che dare esecuzione alle direttive che riceviamo, però, siamo bravi in quello che ci viene chiesto e cioè andare a soccorrere la gente e salvare le vite umane. Spesso, noi cerchiamo di sminuire il nostro contributo, ma in realtà è molto professionale. La vera sfida, che però non ci compete, è quella di trovare un modo di accogliere e immettere nella società, in Italia e in Europa (che è l’ambito più giusto per questo tipo di collocamenti), queste persone che arrivano con tanta buona volontà e che provengono da situazioni davvero difficili».
Al centro Sant’Anna situazione sotto controllo
Di sbarchi ormai quotidiani, ha parlato il prefetto di Crotone, Maria Carolina Ippolito: «Quello di questa notte a Le Cannella ha dimostrato lo slancio delle forze dell'ordine nel salvare tanti bambini, perché si sono fisicamente buttati in mare. Una dimostrazione ulteriore di questo loro costante impegno e della loro vicinanza e oggi questo è il modo migliore per ringraziarli».
L’incessante flusso migratorio che sta interessando negli ultimi giorni il Crotonese non sta creando problemi alla struttura di Sant’Anna, che da centro di accoglienza è diventato luogo in cui far trascorrere la quarantena ai migranti - così come previsto dalle normative anti Covid -, prima di essere collocati in altre strutture in Italia. Un fenomeno, quello degli sbarchi in questo periodo insolito, che per gli addetti ai lavori non sarebbe da ricondurre solo alla crisi afghana, vista la variegata provenienza degli stranieri che affrontano questi viaggi della speranza. «Fino a ieri sera erano presenti poco meno di 600 ospiti» ha comunicato il prefetto di Crotone, Maria Carolina Ippolito.
Ippolito ha anche ricordato che la capienza del centro è di 1200 posti e che il «periodo di permanenza dei migranti è limitato a non oltre i 10 giorni, a condizione che non ci siano positivi» ha aggiunto, sottolineando che al momento, tra gli stranieri giunti sulle nostre coste (esclusi quelli arrivati ieri sera a Le Cannella) non si sarebbero rilevati soggetti positivi al Covid.