Giovedì scorso, il Consiglio comunale di Crotone ha approvato all’unanimità il regolamento del sistema di videosorveglianza per la sicurezza cittadina. Un adempimento necessario, in risposta alla nuova normativa comunitaria, che stabilisce chi sono il titolare e il responsabile del trattamento dei dati, e gli operatori che vi possono accedere e in quali circostanze. «Un primo passo rispetto a una organizzazione di tipo giuridico e normativo, mentre quello successivo è l’approvazione di un documento di natura gestionale, sull’impatto dei dati sensibili, che sarà approvato dalla Giunta comunale attraverso un provvedimento che sto già redigendo, in assenza del quale, l’ente comunale, qualora utilizzasse la videosorveglianza per determinati scopi, potrebbe essere soggetto a sanzioni per milioni di euro» ci spiega Francesco Iorno, comandante della polizia locale di Crotone.

Fototrappole contro gli incivili

Durante la redazione del regolamento, Iorno ha inserito anche riferimenti normativi sull’utilizzo delle cosiddette fototrappole, al fine di scoraggiare ed eventualmente sanzionare chi si rende protagonista di gesti di assoluta inciviltà, come l’abbandono indiscriminato di rifiuti e ingombranti. Una iniziativa che arriva quando mancano pochi giorni all’avvio sperimentale della raccolta differenziata porta a porta in tre quartieri della città. Si tratta di «sistemi di videosorveglianza mobili e occultabili in determinate aree, che saranno allocate nelle zone di maggior degrado. Una parte della fornitura è già arrivate e appena saremo pronti con la parte normativa, le utilizzeremo subito».

Il regolamento licenziato dal Consiglio comunale prevede anche un’altra novità, le bodycam: «Sono piccole telecamere che vengono apposte sulla parte anteriore della divisa degli operatori su strada e che in determinate circostanze vengono attivate per restituire in tempo reale e cristallizzare quello che effettivamente avviene all’operatore nel corso della sua attività nell’ambito della polizia giudiziaria».

Manutenzione necessaria

Attualmente, a Crotone, esistono quattro sistemi di videosorveglianza: due di proprietà del Comune con occhi elettronici puntati su palazzo comunale e diverse vie del centro storico, due installati dal Ministero dell’Interno grazie ai Pon Sicurezza nelle strade di ingresso della città, sulle vie principali e nella zona industriale. Quello installato sul palazzo comunale è ancora in analogico, andrebbe digitalizzato oltre che collegato ai server del comando di polizia locale dove è presente l’apposita sala videosorveglianza, nei cui server confluiscono (e vi restano conservate per sette giorni) le immagini delle telecamere del secondo sistema di proprietà comunale, che insiste nel centro storico.

«Il problema – osserva Iorno - è che questi quattro sistemi di videosorveglianza necessiterebbero di una revisione – cosa che il Ministero sta eseguendo sui suoi sistemi – ma anche una unione dei sistemi stessi, in maniera tale che possano essere allocati nella visione in remoto in un’unica sala o in più sale presso varie forze dell’ordine».

Non solo: complessivamente si potrebbe contare su circa 120 telecamere ma il 30-40% non è funzionante e richiede manutenzione. «Se un sistema non viene manutenuto, lentamente le telecamere cominciano a spegnersi e a non essere più operative e funzionali. Appena saremo pronti con l’organizzazione giuridica e normativa, in maniera tale da non essere sanzionabili in alcun modo, insieme agli uffici preposti ci occuperemo anche della parte tecnica».