Indagati risultano il progettista della Astaldi, il direttore e il collaudatore statico dell'opera. L'associazione: «Soddisfazione mitigata dall'assenza della Regione Calabria»
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Il Codacons è stato ammesso parte civile nel processo per il crollo della variante A della statale 106. Così ha deciso il Gup del Tribunale di Catanzaro, Antonio Battaglia, che ha rinviato all’udienza del 17 giugno 2019 per la nomina ed il conferimento dell’incarico ad un perito, cui spetterà il compito di accertare le cause del crollo della rampa dello svincolo di Germaneto. Secondo la tesi della Procura, responsabili del crollo sono Alessio Marino Ajmone Cat progettista della “Astaldi”, Antonio Bevilacqua direttore dei lavori del tratto stradale e Michele Mele collaudatore statico dell’opera.
Soddisfazione è stata espressa dal vicepresidente nazionale del Codacons, Francesco Di Lieto, sia per il riconoscimento ottenuto in udienza sia perché proprio il Codacons aveva dato impulso all’attività della Procura. «Una strada pomposamente inaugurata e costata ben 30mila euro al metro - sostengono dal Codacons - non è possibile che, subito dopo il taglio del nastro, si sia letteralmente sbriciolata. È inaccettabile che ponti e viadotti, magari nuovi di zecca, crollino con una frequenza tale da rappresentare un pericolo per l’incolumità degli utenti. Oggi - continua Di Lieto - prendiamo atto di questo primo importante risultato, quasi come fosse un riconoscimento all’attività profusa in questi anni dal Codacons».
«La soddisfazione è tuttavia mitigata dall’assenza della Regione Calabria, che non ha ritenuto di costituirsi parte civile, sebbene identificata come parte offesa proprio dall’Ufficio di Procura. L’assenza della Regione - conclude Di Lieto - è una grave mancanza nei confronti di tutti i Calabresi, che già sono costretti a sopportare le condizioni disumane delle nostre infrastrutture ed a contare, quotidianamente, i morti".
l.c.