«Negligenza, imprudenza e imperizia». Sono queste le colpe che la Procura di Catanzaro contesta a sei persone ritenute responsabili del crollo del ponte avvenuto in località Difesa a Cropani nell'agosto del 2019. Fu un residente al mattino a rendersi conto del cedimento della strada mentre dalla sua abitazione tentava di raggiungere la statale 106. Nelle ore successive divenne chiaro come il crollo fosse riconducibile alla rottura di una condotta idrica che durante la notte aveva eroso le fondamenta provocando il cedimento. 

Sei persone a giudizio

Interi nuclei familiari rimasero isolati per mesi poiché quella costruita in località Difesa era l'unica strada di collegamento con la statale 106. Oggi il procuratore aggiunto, Giulia Pantano, assieme al sostituto procuratore, Pasquale Mandolfino, ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di sei persone accusate di aver causato un danno per colpa consistita appunto in «negligenza, imprudenza e imperizia».

Il Consorzio di Bonifica

Dovranno, quindi, affrontare il processo il direttore dei lavori e un capo operaio del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, entrambi responsabili della manutenzione della condotta idrica. Secondo l'ipotesi della Procura, non avrebbero predisposto i necessari interventi volti a garantire il regolare funzionamento o almeno a ridurre il rischio di rottura. Infatti, non avrebbero dotato la condotta nè del rivestimento esterno, previsto per legge, contro la salsedine marina né del tubo di protezione esterno. In tal modo, avrebbero lasciato che il tubo si corrodesse e si assottigliasse fino a produrre una falla con fuoriuscita d'acqua a forte velocità e la successiva inondazione che avrebbe contribuito a determinare il cedimento della strada.

Rete Ferroviaria Italiana

Coinvolti nel procedimento penale anche il direttore dei lavori di Rete Ferroviaria Italiana e tre progettisti, tutti responsabili della costruzione del ponte. Avrebbero realizzato il tratto stradale senza prevedere il rischio di rottura della condotta idrica installata in parallelo alla strada. In particolare, avrebbero omesso la realizzazione di un piano di fondazione non aggredibile da una eventuale fuoriuscita d'acqua, né avrebbero creato un muro in cemento armato per tutta la lunghezza della condotta. 

Imputati a processo

L'impresa edile con sede a Cariati, individuata da Rfi, avrebbe realizzato il ponte in parallelo alla preesistente condotta idrica di proprietà del Consorzio di Bonifica con funzione irrigua e in cooperazione avrebbero causato per colpa il crollo del ponte. Per tutti la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio, nel corso del processo che si aprirà il prossimo aprile i sei imputati potranno dimostrare l'estraneità alle accuse contestate.