Si chiamava Petronilla D’Angelo, aveva 85 anni. È la prima vittima del focolaio di Piscopio. La donna viveva da sola dopo la morte del marito. Veniva accudita dalla figlia risultata positiva al Covid. Da una decina di giorni l'anziana era ricoverata a Catanzaro. Le sue condizioni di salute erano apparse da subito molto preoccupanti. Stamattina il decesso.

«Situazione gravissima – denuncia il consigliere comunale Pietro Comito -, l’Asp di Vibo ha sottovalutato la pandemia».

«Ci sono quasi 350 positivi su 1100 tamponi effettuati», denuncia il consigliere comunale che si domanda perché il drive in allestito a Piscopio sia stato smantellato dopo solo due giorni di attività. «La gente è costretta a uscire di casa e recarsi a Vibo perché ai centralini non risponde nessuno. È un fatto gravissimo».

«Ci sentiamo abbandonati dall’Asp - prosegue -. Molti dei positivi al Covid non vengono contattati per il secondo tampone, e così sono costretti a violare la zona rossa per recarsi all’Asp e prenotare il test molecolare. Noi consiglieri comunali avevamo cercato di dare supporto all’Asp, ma sapete tutti come è finita».

Comito, che è presidente della quinta commissione controllo e garanzia del Comune di Vibo, si riserva di presentare un esposto in Procura «per inadempienza da parte dell'Asp di Vibo Valentia, poiché incapace di gestire una situazione pericolosissima. Viviamo a due chilometri da Vibo. La maggior parte di noi lavora in città».