A Reggio Calabria i volontari non perdono la speranza e stanno mettendo in capo tutte le risorse per contenere il virus. In particolare i medici di Pellaro che hanno già attivato il drive in, hanno deciso di effettuare uno screening nella scuola media Don Bosco del popoloso quartiere che ha consentito di ottenere un primo dato importante.

«Questo rientra nel progetto che abbiamo elaborato insieme alla medicina preventiva e all’amministrazione comunale di Reggio Calabria – ci spiega Nino Putortì medico responsabile del percorso di tracciamento – L’obiettivo è quello di andare a tamponare una comunità chiusa come quella della scuola, dagli alunni agli insegnati fino al personale Ata, questo ci serve sostanzialmente per due motivi: in primis ci dà una risposta importante su quello che in questo momento è il quesito che interessa tutta l’Italia, ovvero se tornare a scuola è sicuro o no, se rappresentano un serbatoio di probabile contaminazione. E in secondo luogo fare uno screening sulla popolazione. Questo studio, che contribuirà a dare risposte a livello nazionale, è stato possibile grazie all’amministrazione comunale di Reggio Calabria che ha fornito i tamponi e alla medicina preventiva, in particolare al dottore Giuffrida, che ha coordinato i lavori. È uno studio trasmesso in tempo reale al sistema TS per la raccolta dati dei tamponamenti a livello nazionale».

Al tamponamento si sono sottoposti tutti volontariamente e i dati raccolti sono rassicuranti. Infatti, su 231 alunni tamponati pari al 75%, 54 docenti pari al 80% e 18 personale ATA pari al 60%, su un totale di 303 tamponi 302 sono risultati negativi al test rapido e solo un docente debolmente positivo. Un dato incoraggiante. I ragazzi si sono dimostrati all’altezza della situazione, maturi e responsabili si sono sottoposti al tamponamento senza alcuna preoccupazione e il personale medico ha lavorato senza con una ‘organizzazione aimpeccabile.

«Questo progetto vuole dare la possibilità sia agli insegnanti che ai ragazzi di continuare un percorso didattico in sicurezza – ha confermato la dottoressa Aurora Salerno – Così si può anche tenere sotto controllo e ridurre sul territorio la possibilità di contagio. Noi stiamo lavorando con enorme passione al di fuori del nostro orario di lavoro e lo facciamo con tutte le forze, le risorse e le competenze che abbiamo a disposizione per il bene della collettività e siamo femici di questo».