VIDEO | Nonostante il sindaco Ernesto Alecci avesse incontrato gli esercenti per sensibilizzarli sul rispetto delle linee guida per la prevenzione del contagio, ieri sera sembrava un normale sabato d'estate. Assembramenti ovunque e mascherine assenti. Ecco le immagini
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Sembra già un lontano ricordo tra i giovanissimi il rischio del contagio da Covid-19. A Soverato la movida estiva torna ad affollare la nota zona dei locali notturni tra via Chiarello e traversa Regina Elena ed ecco che l’ultimo sabato sera di giungo dell’era post lockdown si presenta come una normale serata estiva, senza quelle che sono le uniche difese dal contagio: mascherine e distanziamento sociale che hanno invece lasciato spazio ad assembramenti e comportamenti non in linea con quanto raccomandato.
Libertà e rischio contagio
Certo, nessun obbligo costringe i giovani a indossare dispositivi di protezione individuale in spazi aperti ma la libertà riconquistata può diventare occasione ad alto rischio di contagio considerando anche il fatto che diversi tra i ragazzi che fino a notte fonda hanno preso d’assalto le vie cittadine, sono gli stessi, studenti o lavoratori, che hanno fatto rientro dalle regioni del Nord.
L'impegno dell'Amministrazione Comunale
Proprio alla vigilia del fine settima il sindaco della città Ernesto Alecci aveva incontrato nella sala consiliare del palazzo di città i titolari dei locali notturni: «Li ho sensibilizzati nel rispetto di quelle che sono le linee guida per la prevenzione del contagio da Covid-19» spiega il primo cittadino che ha anche chiamato a raccolta i volontari delle associazioni di protezione civile che già da venerdì sera hanno iniziato a girare per le vie più frequentate dai ragazzi: «Naturalmente non possono fare ordine pubblico ma il loro compito è parlare con i ragazzi, far capire loro che non è conveniente stare ammassati e senza mascherina, invitandoli ad avere attenzione per la salute del prossimo e dei loro cari».
Preoccupa il rischio di un focolaio
A preoccupare il sindaco di Soverato è il rischio di un focolaio: «Se dovesse partire un focolaio nella nostra città ci sarebbero gravissime ripercussioni sia dal punto di vista sanitario che economico, metterebbe in ginocchio definitivamente il nostro turismo e la stagione balneare che, nonostante tutto, è partita benissimo: gli ombrelloni degli stabilimenti sono tutti prenotati; gli alberghi, i b&b e le case vacanze stanno ripartendo con le prenotazioni. Insomma i segnali sono positivi e a questo punto non ci possiamo permettere di sbagliare».
L'appello ai giovani
Il primo cittadino si appella dunque al senso di responsabilità dei giovani: «Io capisco la voglia di socializzare dopo essere stati 3 mesi chiusi in casa ma se questo deve significare esporre a rischio i propri cari o chi ci sta vicino, allora vuol dire che dobbiamo stare più attenti: facciamo mezzo passo indietro e utilizziamo un po’ di più la mascherina – conclude Alecci -. Se saremo tutti così bravi ne usciremo sicuramente molto prima».
Per i titolari dei locali: «Serve buon senso»
Un richiamo al quale fa eco quello dei titolari dei locali: «Facciamo nostro questo appello – afferma Pietro Mungo, titolare del cocktail bar e ristorante Room 21 –. Da parte nostra, e credo di poter parlare anche a nome di altri colleghi, c’è il massimo impegno nel far ragionare i giovani che si assembrano davanti alle nostre porte ma al di là dei nostri locali non possiamo fare ordine pubblico poiché non abbiamo alcuna autorità per farlo. Noi siamo responsabili di ciò che avviene all’interno dei nostri locali – precisa Mungo - per il resto non possiamo fare altro che lasciare una piazzetta in condizioni decorose e assicurarci che il nostro personale provveda alla pulizia. Purtroppo non possiamo fare nulla per evitare gli assembramenti. È un discorso di educazione civica e buon senso». Dunque quello che chiedono gli esercenti è quindi di poter lavorare e farlo in serenità: «Volgiamo essere aiutati a gestire questa situazione e noi stessi siamo pronti ad aiutare l’Amministrazione comunale a risolvere il problema. E se da un lato siamo contenti perchè le nostre attività sono riuscite a ripartire dopo mesi di chiusura, dall’altro – conclude - siamo consapevoli che è fondamentale in questo momento ridurre al minimo il rischio di contagio».