I presidenti dei Consigli comunali di Petilia Policastro, Roccabernarda e Mesoraca chiedono ad Asp e Regione maggiori controlli per evitare un'altra pericolosa impennata dei contagi
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
La situazione epidemiolgica sta diventando esplosiva: l’aumento dei ricoveri e l’incremento esponenzale dei contagi in Calabria, negli ultimi giorni, preoccupa gli amministratori locali. Nel Crotonese, dove già alcuni sindaci avevano denunciato difficoltà nel tracciamento dei positivi al Covid da parte dell’Asp di Crotone e dati sui positivi non allineati con la situazione reale, a causa dei ritardi nell’esecuzione dei tamponi molecolari, tre Comuni hanno scritto ad Asp di Crotone e Regione per chiedere misure più restrittive in vista di Capodanno ed Epifania. A firmare la lettera, indirizzata anche al Prefetto di Crotone e alla stazione dei carabinieri di Petilia Policastro, sono Teresa Ferrazzo, Fernando Militerno e Antonio Piro, rispettivamente presidenti dei Consigli di Mesoraca, di Petilia Policastro e di Roccabernarda.
Tracciamento saltato
Attualmente, stando al bollettino dell'Asp di Crotone, a Roccabernarda risultano 25 casi attivi, a Petilia Policastro i soggetti positivi sono 50 e a Mesoraca 46. A questi numeri vanno, però aggiunti, decine di altre persone risultate positive al test antigenico, in attesa di tampone molecolare. «Le nostre comunità, nelle ultime due settimane – scrivono - stanno subendo un’impennata pericolosa della curva dei contagi, tanto che negli ultimi giorni si registrano file di alcuni metri, da parte dei cittadini di tutte le età, al di fuori delle farmacie e dei laboratori idonei all’effettuazione dei test rapidi, con addirittura una carenza nel reperire gli stessi da parte dei titolari delle medesime attività. Siccome i cittadini dei nostri comuni, contigui, tra di loro hanno forti legami commerciali, affettivi e di parentela, è facile comprendere come sia “saltato” letteralmente il meccanismo del tracciamento dei contagi. Tutto ciò, purtroppo, viene peggiorato dall’utilizzo sempre più diffuso dei cosiddetti tamponi rapidi “fai da te” venduti in farmacia, che permettono la mancata denuncia all’autorità sanitaria dei positivi al Covid-19, per averne conferma basta controllare i dati di vendita delle singole attività».
Asp in affanno
Militerno, Piro e Ferrazzo evidenziano che tale situazione porta «all’Asp un sovraccarico di lavoro insostenibile con le risorse ad oggi a disposizione, ed una conseguente insufficiente soddisfazione delle richieste di tampone molecolare per le quarantene fiduciarie attive, con tutto ciò che ne comporta, come ad esempio la mancata assistenza da parte delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale agli ammalati, oltre che negli interventi per mettere fine ai periodi di quarantena».
Un vero e proprio corto circuito che «ha creato un gap importante tra i numeri (dei positivi) forniti dai test rapidi antigenici effettuati nelle predistposte sedi e quelli comunicati dall’Asp alle autorità comunali, generando maggiore confusione sui dati al fine di un’oggettiva valutazione della situazione sanitaria reale che ogni paese sta vivendo nelle ultime ore».
Uno scenario preoccuonte che va ad inficiare «di conseguenza tutte le potenziali decisioni da poter e dover prendere per opportunità sanitaria, applicando selettivamente misure più restrittive in determinate aree, vista la circolazione di varianti di SARS-CoV-2 che sta determinando un rischio alto di diffusività, rappresentando un pericolo per l’incolumità della cittadinanza, soprattutto per alcune fasce di essa».
Le richieste
Per assumere misure più restrittive, i tre amministratori si dicono «consapevoli che bisogna prendere in considerazione non solo il numero dei positivi, ma anche il numero di vaccinati nel territorio comunale e del numero di eventuali ospedalizzati». Tuttavia, chiedono «in vista delle prossime festività di fine anno e dell’Epifania, di intervenire con misure più stringenti e implementando i controlli sul territorio, in aggiunta ai già annulati eventi da parte delle amministrazioni omunali in questione, al fine di evitare episodi di assembramento della popolazione, che determinerebbero una pericolosa ed ulteriore impennata della curva dei contagi che avrebbe delle ricadute gravose sui presidi ospedalieri cittadini».
Militerno, Piro e Ferrazzo sollecitano, infine, «l’Azienda sanitaria provinciale nel mettere in atto tutte le necessarie misure per far sì che si riesca ad eliminare il gap con i privati, intervenendo tempestivamente nel servire il cittadino e allineare così i valori dei dati, in modo da renderli certi, affidabili e valutabili al fine dell’attività decisoria delle autorità preposte».