«Abbiamo avuto la prova, se ne avessimo avuto bisogno, che anche nelle regioni del Sud abbiamo un tessuto fatto di comunità locali, di istituzioni locali, di associazioni di volontariato e strutture operative che di fronte ad una emergenza sanno compattarsi, fare squadra e attrezzarsi per fronteggiare al meglio gli eventi. Anche quando si parla di eventi completamente nuovi, com'è avvenuto, che possono generare tantissima preoccupazione nell'animo di tutti poiché si tratta di situazioni mai gestite prima, che hanno una straordinarietà. Devo dire che la Prociv calabrese ha saputo trovare le chiavi giuste, senza dimenticare mai che il nostro sistema nasce essenzialmente per fronteggiare fenomeni naturali che con la pandemia non si sono fermati, in particolare nelle regioni del Sud, quindi lo sforzo è stato duplice».

«Prociv calabrese: sistema efficiente»

Ha dato buona prova di sé durante i difficili mesi di pandemia, e continua a farlo, il sistema di protezione civile calabrese. A dirlo è Immacolata Titti Postiglione vice capo della protezione civile nazionale dagli studi di Roma de LaCapitale, testata del network LaC. La vice di Curcio, guardando alle criticità di un territorio fragile come la Calabria e in generale di tutto il Sud del Paese, colpito da alluvioni, terremoti, incendi, sottolinea la necessità di puntare sulle risorse del Pnrr, un'occasione da non perdere. «Sul tema protezione civile, in particolare legato al dissesto e al rischio residuo che resta dopo gli eventi calamitosi, abbiamo un investimento importante di 1,2 miliardi di euro che andranno distribuiti tra le regioni per supportare interventi di prevenzione e messa in sicurezza - sottolinea la geologa -. Inoltre ci sono altri fondi europei, i vari Pon, ai quali il paese può attingere. Veniamo da sette anni in cui questo investimento ha portato degli ottimi risultati anche nelle regioni del Sud e nella stessa Calabria. Io credo che si debba perseverare in quella direzione».

Prevenzione e partecipazione

Per la Postiglione resta la prevenzione il tema prioritario su cui convogliare le migliori energie: «Abbiamo bisogno di percorrere questo tratto di strada insieme alle amministrazioni regionali che hanno competenze e conoscenze del territorio irrinunciabili con, ci auguriamo, il supporto dei cittadini e delle comunità. Parlarne aiuta il sistema di protezione civile». Un appello, in questa direzione, va ai cittadini. È rivolta a loro infatti la campagna nazionale di comunicazione #iononrischio per sentirsi ciascuno attore di protezione civile: «La sicurezza dipende anche dalle nostre scelte quotidiane, dai nostri comportamenti individuali. È giusto ed è un diritto di tutti avere un sistema di Prociv in grado di aiutarci e difenderci ma siamo noi i primi singolarmente a dover contribuire a questo processo di difesa e di prevenzione. Quindi io dico a tutti informatevi sul vostro piano di protezione civile che il Comune deve aver adottato, se il piano non c'è pretendetelo, studiatelo bene per capire quali sono le aree a rischio e i comportamenti da adottare in caso id emergenza. Ma soprattutto ole scelte che potete fare oggi per voi e per i vostri figli per vivere una vita più serena e più sicura».

La nascita della nuova testata nazionale LaCapitale

A margine Postiglione ha poi commentato positivamente la nascita di una nuova realtà di comunicazione come LaCapitale che insieme alla società Viacondotti21 vuole offrire un nuovo punto di vista: «Alla base del sistema di protezione civile ci sono due parole: organizzazione e comunicazione. Quindi se l'organizzazione è qualcosa che come sistema riusciamo a darci lavorando tra noi, per la comunicazione abbiamo bisogno di partner, di alleati, di compagni di viaggio e tutto ciò che nasce sul territorio o a livello nazionale con l'intento di diffondere una cultura del rischio, della sicurezza, un approccio ai temi di protezione civile che sia responsabile e consapevole, non può che incontrare il nostro favore e tutto il nostro supporto».