VIDEO | Mentre i contagi riprendono a crescere velocemente, l'azienda sanitaria provinciale avrebbe manifestato l'intenzione di interrompere anche i rapporti con gli infermieri precari
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L’esperienza delle Usca dell’Asp di Cosenza sarebbe giunta al capolinea. L’Azienda infatti avrebbe manifestato ai 72 medici in servizio, l’intenzione di non procedere al rinnovo dei contratti in scadenza oggi, 30 giugno, ma pure quella di interrompere i contratti Co.co.co degli infermieri precari che compongono le stesse Unità speciali di continuità assistenziale. Non è chiaro invece, nel caso in cui questa volontà si dovesse concretizzare, con quali risorse umane l’Asp garantirà i servizi di assistenza domiciliare dei soggetti Covid, in crescita esponenziale in questa fase di recrudescenza della pandemia.
Salgono i casi Covid
L’ultimo bollettino riferisce di 706 nuovi casi in provincia di Cosenza, di una incidenza pari al 31 percento e di almeno un centinaio di soggetti paucisintomatici in isolamento a casa, ai quali i sanitari delle Usca prescrivono le terapie precroci selezionando inoltre i candidati alla somministrazione degli anticorpi monoclonali e dei farmaci antivirali. Inoltre, verrebbe meno anche la Centrale operativa territoriale gestita proprio dal personale Usca, destinataria tra l’altro di un finanziamento di un milione e settecentomila euro e pure l’accordo sottoscritto con l’Azienda ospedaliera di Cosenza per la cura dei pazienti non acuti nei reparti del presidio del Santa Barbara di Rogliano, affidati proprio ai medici dell’Usca, la cui entrata in funzione era prevista per lunedì prossimo, 4 luglio.
La riforma dell'assistenza territoriale
Tra l’altro, il recente Dm 77 approvato dal Governo per il riordino della sanità territoriale, prevede al contrario, il rafforzamento delle Usca che da Unità Speciali vengono trasformate in Unità ordinarie di medicina di prossimità. In provincia di Cosenza, in questa ottica, prevedendo la norma una unità ogni centomila abitanti, dovrebbero esserne istituite otto, ognuna delle quali con almeno un medico ed un infermiere all’attivo, su turni tali da garantire l’assistenza nell’arco delle 24 ore.