VIDEO | Degli 83 milioni arrivati da Roma per il personale sanitario ne sono stati spesi solo 33. Inutilizzati anche i fondi destinati al rafforzamento della rete ospedaliera e all'acquisto di macchinari e strumentazioni. Emerge dalla relazione tecnica stilata dalla Ragioneria di Stato (ASCOLTA L'AUDIO)
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La Calabria ha affrontato la pandemia a mani nude. A certificarlo l'ennesimo "bollettino di guerra" che restituisce l'immagine di una regione avvitata in pastoie burocratiche e incapace di spendere la pur consistente dotazione di denaro pubblico messo a disposizione dal Governo dal deflagrare della pandemia e per l'intero arco del 2020. Ben quattro decreti successivi varati dal Governo - da marzo ad agosto - per consentire alle Regioni di fronteggiare la recrudescenza del virus che ha messo a nudo i deficit e le fragilità dell'intero servizio sanitario nazionale.
Cahiers de doléances
I freddi dati sono snocciolati nella relazione tecnica allegata al decreto Sostegni bis buttata giù dalla Ragioneria dello Stato che tira le somme, regione per regione, di un lungo anno di finanziamenti destinati al comparto sanità. In primo luogo, effettuando una ricognizione sugli importi stanziati con il decreto Agosto (104/2020) finalizzato alla riduzione delle liste d'attesa e per «corrispondere tempestivamente alle richieste di prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell'emergenza epidemiologica». Insomma, tutte quelle attività ordinarie messe in stand by dalla diffusione del Covid che ha tenuto impegnati i reparti nelle priorità emergenziali.
Cascate di denaro pubblico
Solo con quel decreto il Governo ha stanziato alle Regioni 478 milioni di euro per remunerare le prestazioni aggiuntive del personale ospedaliero e quindi in regime di ricovero, per le prestazioni ambulatoriali e degli specialisti convenzionati ma nei bilanci regionali al 31 dicembre 2020 risultano ancora accontonate risorse per 308 milioni. Denaro inutilizzato e la Calabria in questo quadro non segna la differenza: su uno stanziamento di 15 milioni di euro ne ha accantonati in bilancio 14.
Emergenza a mani nude
Ancor più indicativo dell'incapacità di spesa appare il resoconto se lo sguardo si estende poi a tutte le risorse stanziate per il personale sanitario con i precedenti decreti: il 14, il 18 e il 34 del 2020. Il Governo ha messo sul piatto 1 miliardo e 600 milioni di euro ma le Regioni ne sono riuscite ad assorbire solo il 62%, 1 miliardo e 600 milioni in termini assoluti. Gli ingenti fondi erano destinati all'assunzione di personale dipendente, a remunerare consulenze e contratti di collaborazione continuativa, i medici di medicina generale. La Calabria, in tal senso, ha avuto a disposizione 83 milioni di euro ma ne ha spesi solo il 39,76%: 33 milioni in termini assoluti. Ben al di sotto, quindi, della media nazionale dal momento che il 60% di risorse disponibili al 31 dicembre risultava ancora sotto chiave alla Cittadella.
Più di 67 milioni in cassaforte
Fondi inutilizzati per 50 milioni di euro, di cui appunto 14 stanziati con il decreto Agosto per ridurre le liste di attesa e ulteriori 36 milioni destinati alla Calabria con i precedenti tre decreti e vincolati a sostenere i costi del personale sanitario. Ma i provvedimenti governativi contemplavano anche risorse destinate al rafforzamento della rete ospedaliera, al potenziamento della rete territoriale, all'acquisto di macchinari e strumentazioni, all'implementazione delle centrali operative del 118 messe a dura prova durante l'emergenza. Ebbene, del fiume di denaro pubblico destinato alla Calabria, nelle casse regionali residuano ancora 67 milioni e mezzo computate dalla Ragioneria dello Stato sotto la voce «altri accantonamenti per quote inutilizzate riconducibili a vario titolo ai finanziamenti Covid».
Monitoraggio a breve scadenza
Entro il 15 giugno il ministero della Salute dovrà effettuare il monitoraggio delle attività assistenziali messe in campo per fronteggiare l'emergenza pandemica per certificare lo stato degli interventi contemplati nei diversi decreti legge.