L’ultima comunicazione è di oggi pomeriggio: un bambino di quinta elementare frequentante il plesso Codignola, afferente all’istituto comprensivo Vittorio Alfieri, è risultato positivo al Covid. I contagi tra i minori a Crotone continuano ad aumentare. Al momento in città sono 47 i casi accertati – su 183 soggetti attivi - e la maggior parte ha meno di 10 anni. Numeri che suggerirebbero la sospensione dell’attività didattica in presenza nelle scuole cittadine, quale misura di contenimento del contagio, come richiesto al sindaco da tre consiglieri comunali di opposizione. Se i dati non miglioreranno - trapela da piazza della Resistenza - non si esclude che la decisione possa essere assunta già nella giornata di domani.

Dati sottostimati

È la nuova ondata del virus e delle sue varianti, che colpisce prevalentemente giovani e giovanissimi, abbassando drasticamente l’età dei soggetti contagiati. «È una situazione di piena emergenza, si è fatta poca prevenzione - ammette il dottor Giovanni Capocasale, che da pediatra ha ben chiara la situazione - Ritengo che i dati siano ampiamente sottostimati. Se ci fosse una più oculata effettuazione dei tamponi molecolari nei tempi giusti, con una ricerca più attenta dei contatti, riusciremmo a trovare anche i positivi asintomatici. Dovevamo essere in grado di individuarli già prima, soprattutto nelle scuole».

Qualcosa non sta funzionando, quindi? «Non si può lasciare la situazione in mano a chi si lascia trasportare dalle isterie collettive, che portano a effettuare dei programmi di diagnosi inefficaci» sostiene il professionista. Il problema, infatti, è che «si effettuano tamponi rapidi antigenici sui contatti dei positivi in tempi troppo ristretti che spesso portano a falsi negativi, smentiti poi dal tampone molecolare, consegnandoci nuovi positivi. Ma - sostiene il medico - la questione è che solitamente chi è negativo al test rapido, non viene sottoposto a molecolare: un grave errore».

Positiva anche un bimba di 9 mesi

Capocasale sta assistendo all’incremento della diffusione del virus tra i suoi pazienti, soprattutto quelli più piccoli. Al momento 6 dei suoi 800 assistiti sono positivi, tutti per fortuna in buone condizioni e per nessuno è stato necessario il ricovero in ospedale. «Alcuni bambini – ci spiega - hanno lievi sintomi respiratori, prevalentemente tosse e tosse stizzosa. Vengono trattati con le comuni terapie anti-infiammatorie e antiasmatiche, ma anche con tanta terapia batterica, che permette di andare a contrastare gli effetti infiammatori provocati dal virus in vari apparati, dalle vie respiratorie alle vie gastrointestinali». Anche una bambina di 9 mesi è stata contagiata: «L’ho seguita a domicilio ed è stata trattata con terapie non aggressive. Una situazione che mi ha imposto la massima attenzione».

La speranza è il vaccino

L’attivazione della didattica a distanza nelle scuole resta una soluzione momentanea, per evitare il propagarsi del virus, ma non basta. Secondo Capocasale, la vera soluzione è il vaccino: «Teniamo pure i ragazzi a casa in Dad per un mese, anche 40 giorni, ma il personale scolastico dovrebbe essere vaccinato tutto. Poi, si potrebbe rientrare in classe con maggiore tranquillità». Tra l’altro, a Crotone, la campagna vaccinale sugli insegnanti non è ancora iniziata e dopo lo stop al preparato Astrazaneca, si potrebbe dover attendere ancora un bel po’.

La responsabilità della diffusione del virus tra i bambini, però, è spesso degli adulti: «Posto che solo il vaccino ci aiuterà a uscire dall’emergenza, nell’attesa di essere vaccinati, tutti dovremmo continuare a rispettare le basilari norme di contenimento del contagio: distanziamento, lavaggio delle mani e mascherina».