VIDEO | La realtà non supporta il commissario alla Sanità e il presidente ff: non ci sono riserve per i richiami nei frigoriferi mentre tutti i reparti ospedalieri dedicati sono pieni e i pazienti in eccesso spediti fuori provincia o fuori regione (ASCOLTA L'AUDIO)
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Ci sarà anche un trenta percento di vaccini accantonati per i richiami, come dice Nino Spirlì, ma di queste presunte riserve di fiale Pfizer in provincia di Cosenza non v'è traccia. La scorsa settimana l'Azienda Sanitaria ha somministrato tutte le dosi disponibili, e per completare il calendario degli appuntamenti già fissati ha dovuto chiedere un surplus di fialoidi, provvidenzialmente arrivati da Vibo Valentia.
La solita miseria
Anche oggi, ha ricevuto appena cinque vassoi per un totale di 5.850 dosi. Una miseria per una provincia da 700 mila abitanti con una rete di punti di somministrazione in cui si potrebbe arrivare, avendo la dotazione necessaria, a ben oltre le diecimila iniezioni settimanali. E meno male che a Castrovillari hanno consegnato altre tremila dosi di Moderna non preventivate.
Piattaforma ingessata
Ma la storia è sempre la stessa: una buona parte di prodotto serve a completare il ciclo su chi ha già ricevuto la prima iniezione, perchè come detto, non ci sono riserve. Per scorrere le liste d'attesa con il coinvolgimento di nuovi soggetti quindi, rimarranno appena le briciole. Insomma queste forniture sono insufficienti per imprimere l'accelerazione richiesta alla campagna di prevenzione. È questo il motivo per cui la piattaforma informatica stenta a decollare: inutile aprire completamente alle prenotazioni se poi materialmente mancano le dosi da somministrare.
Ci vediamo tra qualche mese
L'Asp ha dovuto quindi limitare di molto l'agenda riducendo al minimo i centri vaccinali accessibili ed anche il numero di dosi quotidianamente disponibili. I tempi quindi, si sono dilatati di svariate settimane a cui si aggiunge il disagio di dover indicare luoghi molto distanti da quelli di residenza. Capita che un cittadino di Cosenza debba emigrare a Corigliano-Rossano e viceversa.
Nelle mani del generale
Il generale Francesco Figliuolo, nuovo commissario per l'emergenza Covid nominato da Mario Draghi al posto di Domenico Arcuri, è atteso a giorni in Calabria. Ha promesso una distribuzione più cospicua per imprimere un'accelerazione al sistema. Ma soltanto se offrirà la garanzia della fornitura di almeno diecimila dosi settimanali, oltre ai richiami, si potrà davvero aumentare il ritmo e consentire finalmente alle categorie individuate come prioritarie e poi a tutta la popolazione, di ricevere il patentino di immunità.
Ospedali stracolmi
C'è poi la questione dei ricoveri. Il commissario Guido Longo ha parlato di situazione sotto controllo, con le postazioni di terapia intensiva occupate soltanto in minima percentuale. Anche su questo, pare non ci sia contezza da parte dei vertici regionali, della drammatica situazione in cui versano i nosocomi della provincia bruzia. Sono i numeri a descrivere l'allarmante contesto di questi ultimi giorni: posti esauriti nei reparti dedicati all'Hub dell'Annunziata, al Santa Barbara di Rogliano e poi a Cetraro, Acri e Rossano, tanto da costringere 29 pazienti ad emigrare altrove.
Picco raggiunto?
Il direttore sanitario dell'Azienda Sanitaria Martino Rizzo, offre la sua disamina sulla questione: «In effetti - dice - come afferma il commissario ad acta, non è sulle terapie intensive il problema. Ma abbiamo tanti soggetti con una compromissione di media gravità delle vie respiratorie ai quali bisogna prestare assistenza. E su questo i posti letto sono in effetti esauriti. Speriamo - aggiunge - di aver raggiunto il picco per cui già dalla prossima settimana ci aspettiamo una diminuzione delle richieste di ricovero. Anche se con il coronavirus, sappiamo che ogni previsione può essere immediatamente smentita». Ecco l'intervista