VIDEO | Si attendono l’incremento di personale e l’arrivo di fisioterapisti, partita la terapia monoclonale mentre per il futuro si pensa un reparto di pneumologia
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Il Polo Covid di Rossano ha svolto un ruolo importante su scala provinciale nel contrastare la fase pandemica. Parole d’elogio, a tal riguardo, sono state espresse dal commissario straordinario dell’Asp di Cosenza Vincenzo La Regina per il contributo che la prima città della provincia di Cosenza è riuscito a dare rispetto anche ad altre realtà che si sono sottratte da questa responsabilità sociale. Tra la terza e la quarta ondata il Polo Covid del “Nicola Giannettasio” ha trattato circa 500 pazienti con ricovero, il 45% dei quali in Terapia intensiva (Rossano ospita 10 posti di terapia intensiva respiratoria). Altro aspetto, non meno importante, è il ricorso all’uso degli anticorpi monoclonali per i casi più severi autorizzato dalla Regione Calabria.
Finora sono dieci i casi trattati. Ma si guarda già al futuro, fa sapere Giovanni Malomo (Direttore dell’Unità operativa di Pneumologia – Covid), il quale sottolinea come l’attuale divisione in prospettiva, con ulteriori interventi innovativi e tecnologici, possa tradursi in un vero e proprio reparto di Pneumologia di cui lo spoke è sprovvisto. Ma c’è anche altro ancora da affrontare: i long Covid, i pazienti negativizzati che ancora presentano sintomi legati alla malattia, e quanti hanno bisogno di attività di riabilitazione. Un importante contributo lo svolgono i presidi di Cariati e di Trebisacce: «In questo momento i pazienti ricevono cure in quei presidi avviandosi alla negativizzazione», sottolinea Malomo, che ribadisce anche il ruolo significativo «della telemedicina grazie alla quale possiamo procedere alla dimissione del paziente Covid e curarlo a distanza».
Sul fronte del personale si attendono altre unità lavorative. La divisione di Rossano ha lavorato per lunghi periodi in sofferenza. Nei prossimi giorni dovrebbero arrivare altri medici, infermieri e ausiliari, a cui aggiungere la figura del fisioterapista ancora assente. Al momento il reparto è saturo: 36 ricoverati su 36 posti. Poi si apre il capitolo dei vaccini e della tipologia di paziente che si presenta al “Nicola Giannettasio”: «allo stato attuale tutti i pazienti sottoposti alla Terapia intensiva con il casco, afferma Malomo, sono tutti no vax».
Il direttore Malomo nel precisare ogni forma di rispetto per chi la pensa diversamente, prende tuttavia le distanze da chi, per esempio, non fa «vaccinare un genitore di 94 anni non tenendo in considerazione che le comorbilità fanno la differenza. E non nascondo l’esistenza di un numero importante di decessi proprio di pazienti anziani non vaccinati ma con patologie associate». Esclusi a Rossano decessi di pazienti Covid con tre dosi: «Ho avuto pazienti con le tre dosi, oncologici, sottoponendoli a terapia monoclonale. Quindi la risposta c’è». L’alto dirigente ritiene che nel popolo no vax vi sia solo una minima parte che si pone con pregiudizio ideologico, ma è prevalente, in chi non si vaccina, la paura. «E noi dobbiamo aiutare queste persone».