Nel giorno in cui i ragazzi delle scuole superiori di Corigliano Rossano proseguono la protesta silenziosa contro il modo di gestire la fase Covid da parte delle istituzioni ai vari livelli ribadendo la necessità di dare avvio alla Dad per ragioni di sicurezza, si ripropone la questione della tracciabilità. Oggi i ragazzi per il secondo giorno consentivo hanno continuato lo sciopero restando a casa.

Alta la percentuale di adesione. I numeri dei contagi nella terza città della Calabria, d’altronde, si confermano preoccupanti. Dall’inizio della pandemia è la città che nell’intera provincia di Cosenza ha fatto registrare il più alto numero di casi: 6079. I decessi sono 117, mentre gli attuali positivi negli ultimi 30 giorni sono 647.

Si è aperto, in queste ore, uno scontro istituzionale sul tracciamento dei casi «quasi totalmente perso, commenta il presidente del Consiglio comunale Marinella Grillo, anche a causa del proliferare di test rapidi, acquistati in farmacia o su internet, per cui ad un eventuale caso di positività non fa sempre conseguenzialmente seguito, come invece dovrebbe, una tempestiva comunicazione all'Asp. Purtroppo il cittadino si trova in grande difficoltà, continua la presidente Grillo, poiché i numeri messi a disposizione dall'Azienda Sanitaria non sono sempre attivi o in ogni caso si fa fatica ad ottenere risposte. Succede anche che qualche medico di base, una minoranza, va detto, si defili davanti alle richieste dei pazienti».

Il problema delle Usca e lo scaricabarile tra enti

Non solo. Poi c’è il problema delle unità speciali di continuità assistenziale (Usca) sprovvisto di risorse. «Il cittadino si sente isolato, abbandonato e fa ricadere la colpa sul capro espiatorio più facile da trovare: il sindaco. Il quale, dovrebbe orami essere chiaro, in tema di sanità poco può fare se non quanto fatto e cioè coadiuvare le Asp nel raggiungimento di alcuni obiettivi, come ad esempio fornire i locali adeguati alle vaccinazioni ed esporsi in prima persona». Il sistema pare si sia aperto a una sorta di scaricabarile tra enti.

«Non è colpa del sindaco se si creano assembramenti negli hub vaccinali o sulle ordinanze di messa in quarantena o loro revoca, o sui ritardi nel processamento dei dati dei tamponi. O ancora se i medici di famiglia non sono messi nelle condizioni di fare le vaccinazioni nei loro studi a causa della scarsità di dosi che arrivano nel nostro territorio e smistati a Castrovillari. Per fare andare meglio è necessario fare rete tra istituzioni, altrimenti si continuerà in una guerra senza vincitori ma solo sconfitti, i cittadini».