La decisione

Scontri dopo il derby Cosenza-Catanzaro, sospesi 12 Daspo per gli ultrà giallorossi e rossoblù

Il Tar ha accolto i ricorsi presentati dagli avvocati e fissato nei prossimi mesi le udienze di merito per 7 fan delle Aquile e 5 dei Lupi

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di Antonio Clausi
5 luglio 2024
19:15

Sono 12 finora i Daspo sospesi dal Tribunale Amministrativo Regionale relativi agli scontri che turbarono il post-partita di Cosenza-Catanzaro: le udienze di merito sono fissate per il 2 ottobre, l’11 e il 12 dicembre e l’8 gennaio. Come noto, il derby fu caratterizzato da una serie di intemperanze che contrassegnarono le ore successive alla vittoria delle Aquile al Marulla. Sugli spalti non si andò oltre il lancio di oggetti tra le opposte tifoserie, mentre all’esterno dello stadio dopo il 90’ scoppiò un focolaio tra fan giallorossi e polizia lungo viale Magna Grecia: il tragitto tradizionalmente dedicato ai sostenitori ospiti.

Prima del match, invece, all’arrivo dei furgoni e dei bus provenienti dal capoluogo di Regione, momenti di tensione presso il centro sportivo Real Cosenza, dove un cancello non ha retto alla pressione della folla ansiosa di entrare sugli spalti loro dedicati. Il clou si registrò alla rotonda autostradale dello svincolo Cosenza Nord nel comune di Rende. Una cinquantina di ultrà del Catanzaro abbandonò i propri mezzi avendo individuato un manipolo di fan rossoblù ad attenderli nei pressi di un McDonald’s e si aggirò minaccioso nel quartiere prima dell’intervento della celere. Dal pomeriggio del 3 marzo scaturirono in tutto 20 Daspo: 11 per i supporter del Catanzaro, 9 per quelli del Cosenza.


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Sono 7 Daspo sospesi per i catanzaresi

L’avvocato Alessio Spadafora ha incassato la sospensione del Daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive, per sette suoi assistiti nel corso dell’udienza odierna di convalida al Tar. Cinque di loro erano accusati di aver divelto il cancello di ingresso che introduceva nel settore ospiti per eludere i controlli previsti nel centro sportivo del Real Cosenza. Il ricorso sosteneva anche quanto già evidenziato dal Gip, vale a dire che la rottura fu generata dalla pressione esercitata dalla folla e non dall’intenzione di generare violenza fisica nei confronti degli agenti di Polizia in servizio. Inoltre, come si evincerebbe dalle immagini, i cinque ricorrenti erano già passati dal varco in questione.

Gli altri due tifosi destinatari dei provvedimenti, invece, secondo l’accusa erano i conducenti dei minivan posti alla testa del corteo. Per la Questura avrebbero bloccato volutamente tutta la carovana per consentire ai facinorosi di scendere dai propri mezzi e generare i tafferugli. Anche in questo caso Spadafora ha dimostrato entrambi non erano alla guida, ma soltanto coloro che avevano noleggiato i furgoni.

5 Daspo sospesi per i tifosi del Cosenza

Il 24 giugno il Tar invalidò il teorema della Polizia per tre tifosi del Cosenza. Erano stati colpiti da Daspo perché il 3 marzo si trovavano nei dintorni del McDonald’s e tanto era bastato alla Questura per bannarli per cinque anni dalla partecipazione agli eventi sportivi, ipotizzando un loro coinvolgimento negli incidenti post derby. I giudici accolsero i ricorsi presentati dall’avvocato Enrico Morcavallo che si basavano sul presupposto che non vi siano, agli atti, riscontri idonei a dimostrare la partecipazione del terzetto ai tafferugli con le forze dell’ordine e con l’opposta tifoseria.

Oggi la stessa sorte è toccata ad altri sue ultrà del Cosenza difesi dagli avvocati Pietro Sammarco, Francesco Maria Sicilia ed Elisabetta Granieri. In particolare, ad uno dei due tifosi colpito dalla diffida per un anno, è contestato di aver raccolto un fumogeno lanciato dai tifosi delle Aquile verso la Curva nord e di averlo, a sua volta, rilanciato nel settore ospiti. Al secondo tifoso, colpito da Daspo per cinque anni con tre anni di obbligo di firma in occasione di ogni incontro disputato dal Cosenza, è contestato di aver partecipato agli scontri tra opposte tifoserie accaduti nei pressi del McDonald’s di Rende. 

Il Tar, in questo caso, ha ritenuto che dalla visione dei filmati non si evince, al contrario di quanto sostenuto nel provvedimento impugnato, che il tifoso fosse travisato. Non ha ritenuto nemmeno che facesse parte dei tifosi che hanno partecipato agli scontri con i supporter avversari dopo il derby Cosenza-Catanzaro e che avesse un contegno finalizzato a partecipare a fatti di violenza. Anche in questo caso è stata accolta l’istanza cautelare.

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