La provinciale 197 sarebbe dovuta servire a collegare il capoluogo allo Ionio in 22 minuti ma dopo anni di attese e lavori non è affatto così. Il viaggio da e verso la città bruzia rimane paradossale e costringe gli automobilisti ad un “giro del mondo”
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Tra tagli di nastro, sorrisi e pacche sulle spalle per aver inaugurato tre chilometri di strada, dopo oltre tredici anni di attese e lavori, c’è ben poco da festeggiare, se non la pachidermica burocrazia tutta all’italiana che – nel caso specifico della strada provinciale 197 – attanaglia le opere pubbliche.
La presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, ieri ha celebrato l’apertura al traffico di due gallerie lungo una lingua d’asfalto comunque obsoleta – ad una carreggiata e due corsie – che sostanzialmente non serve a nessuno se non al traffico locale. O meglio, non serve allo scopo per cui era stata immaginata dall’allora presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, nel primo decennio degli anni 2000. Quella strada avrebbe dovuto collegare Cosenza a Corigliano Rossano e, quindi, allo Ionio, in 22 minuti, ma per percorrerla da Cantinella, contrada a nord di Corigliano Rossano, solo fino allo svincolo autostradale di Tarsia non basta quasi il doppio del tempo. Più altri 20, 25 minuti di autostrada. E con tutti i pericoli connessi.
Infatti, la strada provinciale 197, soprattutto a Corigliano Rossano è tristemente ricordata per gli incidenti mortali verificatisi alle porte proprio di Cantinella o per le cieche e tortuosissime gimcane che bisogna percorrere nel cosiddetto “terzo lotto” – quello tra il bivio di Terranova da Sibari e Corigliano Rossano nord – che resta ancora oggi una chimera.
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Quarantadue milioni per dodici chilometri in tredici anni
Per realizzare parte dei due lotti precedenti – i primi otto chilometri tra l’uscita autostradale ed il bivio di Tarsia ed i tre chilometri inaugurati ieri – nei tredici anni trascorsi tra progettazione, appalti, lavori, sono stati necessari 30+12 milioni di euro.
Il caso della galleria Cozzo Castello
Ma non finisce qui perché il “caso” tutto nostrano che riguarda la strada provinciale 197 serba – e da decenni perché “benedetta” nel corso di una cerimonia in concomitanza della caduta dell’ultimo diaframma a fine 2013 – le vicende legate alla galleria “Cozzo Castello”, al centro di un contenzioso giudiziario con la ditta appaltatrice.
Transitando all’altezza della diga di Tarsia è ben visibile un tunnel ed una porzione di ponte sul Crati, a metà nel vuoto, che sembrano le più classiche delle eterne incompiute. Un po’ come quella famosissima scala mobile tra i cespugli realizzata a Roseto Capo Spulico.
Cosenza - Corigliano Rossano: il “giro del mondo”
Insomma, per l’utenza ionica c’è ben poco da solennizzare, perché è costretta a fare il “giro del mondo” per raggiungere Cosenza, oppure a percorrere la pericolosissima strada provinciale 197, fino a ieri interessata da due semafori all’altezza delle due gallerie che rendevano quella strada impercorribile se – sfortunatamente – ci si imbatteva in due “rossi” da quindici minuti ciascuno.
Insomma il “viaggio” tra Corigliano Rossano e Cosenza resta un Calvario che costringe gli automobilisti a viaggiare prima verso nord – 25 chilometri di statale 106 – poi verso ovest – la ventina di chilometri della strada statale 534 – ed infine i circa 50 chilometri verso sud, via autostrada A2 del mediterraneo fino al capoluogo. Il tutto, quando va bene, in un’ora, che d’estate può anche raddoppiare.
Eppure, “tagliando” per la valle del Crati, sarebbero bastati 22 minuti.