Il Consiglio di Stato in accoglimento del ricorso presentato dalla Prefettura di Cosenza, ha confermato la validità della interdittiva antimafia emessa dall'Ufficio Territoriale di Governo nei confronti dell'impresa appaltatrice dei lavori per la pedonalizzazione dell’ultimo tratto di Corso Mazzini a Cosenza, il cui cantiere è stato riavviato da pochi giorni, dopo il lockdown. 

Lavori a rilento

I lavori dovevano essere ultimati entro l’estate del 2019. Si sono protratti invece abbondantemente oltre il termine fissato anche per questioni burocratiche, oltre che per l'interdittiva antimafia notificata nello scorso autunno. La ditta ha impugnato il provvedimento chiedendo al Tar di sospenderne l'efficacia in attesa del giudizio di merito.

La doccia fredda

Ed il Tribunale Amministrativo di Catanzaro, con la sentenza emessa l’8 aprile scorso, aveva condiviso le ragioni dell'impresa, consentendole di ripartire. Adesso però il Consiglio di Stato ha ribaltato il dispositivo, confermando l'efficacia dell’interdittiva, mettendo quindi a rischio l'ultimazione in tempi brevi dell'opera, ormai quasi del tutto completata.

Conseguenze incerte

Il dibattito davanti alla giustizia amministrativa ha però, fino a questo momento, riguardato solo l'efficacia dell'interdittiva, di cui come detto, in un primo momento era stata ottenuta la sospensione, e non il merito. I giudici quindi, non hanno ancora valutato se tale interdittiva poggi o meno su basi concrete. Per questo il Comune di Cosenza, potrebbe valutare se vi siano i presupposti per applicare una delle deroghe previste in questi casi dal nuovo codice degli appalti, affinché l'impresa possa comunque portare a termine i lavori.