Il trasferimento di venti pazienti nella nuova area dell’Annunziata e di ulteriori dieci allo Iannelli di Cetraro alleggerisce la pressione sul dipartimento d’emergenza. La commissaria Giuseppina Panizzoli non invitata al tavolo operativo per l'allestimento di un ospedale militare
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L’imminente attivazione di venti nuovi posti letto nell'astanteria ricavata nel reparto Valentini al quarto piano di uno dei padiglioni dell’Annunziata di Cosenza, unitamente all’annunciata apertura di dieci nuovi posti Covid all’ospedale Iannelli di Cetraro, dovrebbero consentire di alleggerire la pressione al pronto soccorso del capoluogo bruzio, dove alle ore 13 di oggi, secondo quanto si è appreso, stazionavano ancora 47 pazienti con coronavirus, in attesa di una sistemazione in corsia.
Sinergia tra medici
La sinergia promossa tra i dipartimenti di chirurgia, di medicina e dell’emergenza-urgenza e accettazione del nosocomio, ha consentito di ricavare una sistemazione adeguata per i malati affetti dalla Sars-Cov 2 giunti dai quattro angoli della provincia. Si tratta nella maggior parte dei casi di persone anziane, provenienti da case di riposo ed Rsa, dove infuriano diversi focolai. Al nuovo reparto sono destinati medici internisti e gastroenterologi coordinati dal dottor Carlo Bova, sotto la supervisione del direttore di dipartimento di medicina Filippo Fimognari.
Nuovi posti in rianimazione
Per i casi più gravi si è proceduto al preannunciato allargamento della rianimazione, passata da 19 a 30 posti letto. Nel complesso quindi, in questa fase, l’Azienda Ospedaliera ha ampliato la propria ricettività fino a 119 posti così suddivisi: 17 in malattie infettive, 18 in pneumologia, 20 in geriatria, 20 in astanteria Valentini, 30 tra rianimazione, sub-intensiva ed intensiva, 14 al centro Covid del Santa Barbara di Rogliano.
Nessuno si lava le mani
Al netto di altre postazioni ricavabili proprio al Santa Barbara di Rogliano, su cui si sta riflettendo, si tratta dello sforzo massimo che l’Annunziata può mettere in campo senza sacrificare le altre specialità dove comunque il lavoro prosegue. «C’è un impegno costante di tutto il personale medico dell’Annunziata in queste ore – ribadisce il responsabile del Dea Pino Pasqua – Non ci sono medici ed infermieri in ferie ad eccezione di coloro che sono in prepensionamento e di chi ha diritto al congedo».
Difficoltà nel reperire personale
Da una nota inviata al sindaco Mario Occhiuto dalla commissaria Giuseppina Panizzoli, intanto, si apprende delle difficoltà nel reclutare nuovi medici: «Si è provveduto preliminarmente, senza esito alcuno, a scorrere l’elenco di professionisti predisposto dalla Regione Calabria ai sensi della legislazione emergenziale – scrive la manager riferendosi alla necessità di ingaggiare venti medici – Conseguentemente l’Azienda ha provveduto ad indire apposito avviso pubblico». Si riferisce la Panizzoli alla manifestazione di interesse pubblicata lo scorso 10 novembre in esito alla quale sono pervenute numerose candidature.
Rinuncia prima di cominciare
In sei erano stati contrattualizzati con urgenza il 12 novembre, ma il giorno dopo soltanto un medico si è presentato per la presa di servizio. Nelle prossime ore si spera di procedere ad altre contrattualizzazioni questa volta con esito positivo. Sono in arrivo inoltre quaranta infermieri e quaranta Oss.
Esclusi dal tavolo per l’ospedale militare
L’Azienda Ospedaliera poi, non è stata coinvolta nelle operazioni di allestimento dell’ospedale militare. Nessuno ha invitato la commissaria Giuseppina Panizzoli. I primi a lanciare l’idea di coinvolgere l’esercito sono stati gli attivisti del Movimento Noi. A renderla concreta è stato il sindaco Mario Occhiuto, entrato in contatto con il generale Antonio Battistini, comandante della Sanità e Veterinaria dell’Esercito, dopo un sopralluogo in corsia. Cosenza è stata così inclusa tra le destinazioni delle tensiostrutture annunciate anche dal presidente facente funzioni Nino Spirlì, in netto contrasto con il piagnisteo e la pagliacciata dei ricorsi contro la istituzione della zona rossa da parte del Governo. Scelta, alla luce dell’emergenza di queste ore, tutt’altro che esagerata.