L’istantanea di Via Arabia, a Cosenza, scattata alle 22 del sabato appena trascorso e diffusa sui social, sta facendo il giro del web. Qualche minuto dopo, per disperdere l’assembramento creatosi davanti ad uno dei locali della movida, due volanti della polizia sono intervenute a sirene spiegate. Inutilmente perché dieci minuti dopo, la situazione era come e peggio di prima.

La mascherina? Un optional

La voglia di divertirsi batte nettamente il rischio di contrarre il coronavirus. Ma non è solo la presenza di migliaia di adolescenti stipati in pochi metri quadrati ad alimentare il dibattito sul web. Quei giovani, moltissimi gli studenti delle secondarie di primo e secondo grado, sono in piazza senza mascherina e si presume, con il beneplacito dei genitori. Quegli stessi genitori che un giorno sì e l’altro pure, minacciano di tenere i figli a casa perché non si sentono garantiti dal sistema scolastico. Il trionfo dell’ipocrisia.

Movida fuori controllo

Ma non ci sono solo le violazioni delle norme anti Covid, l’obbligo di indossare la mascherina dalle ore 18 in poi è ancora in vigore, a scandire le serate in libertà trascorse nel centro del capoluogo bruzio. Si segnala anche la somministrazione di bevande alcoliche ai minori, il lancio di fuochi d’artificio anche in strade affollate, l’estemporanea esibizione di improbabili cantanti con microfoni e casse amplificate al seguito e, naturalmente, gli immancabili venditori abusivi della qualunque, sotto il naso di commercianti che pagano affitti e tasse da capogiro.

Pipì sui muri e bottiglie abbandonate

E poi anche una serie di eccessi comportamentali come quello di fare pipì sui muri, Via Palatucci, nei pressi di Piazza Santa Teresa, uno dei luoghi privilegiati. E poi quello di abbandonare lattine e bottiglie dove capita, a tratteggiare un quadro desolante, disvelato all’alba della domenica mattina.

Non solo repressione

L’assenza dei controlli è lampante. Ma è altrettanto evidente che non tutto può essere demandato all’azione repressiva, per compensare la carenza di quella educativa nel cui ambito, ognuno di noi, è chiamato a dare il proprio contributo.