Lo scorso mese di marzo il tribunale di Sorveglianza ha emesso un provvedimento cautelare per Domenico Barile relativamente a una condanna inflitta nel 2018 per una vicenda legata all'hotel Centrale
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L’imprenditore cosentino Domenico “Mimmo” Barile, fino a qualche tempo fa attivo nel settore alberghiero, già condannato per i reati di peculato e bancarotta fraudolenta, si trova nella casa circondariale di Paola. La circostanza è emersa nel corso dell’udienza del processo “Laqueo“, uno dei tanti filoni investigativi aperti dalla Dda di Catanzaro.
Barile, nella seduta del 28 aprile 2022, doveva essere sentito dal tribunale collegiale di Cosenza (presidente Carmen Ciarcia; giudici a latere Stefania Antico e Maria Teresa Castiglione), ma non v’è stata comunicazione di tradurlo in aula o di consentire tempestivamente la video conferenza.
Barile infatti lo scorso mese di marzo è stato raggiunto da un’ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Catanzaro, presieduto dal presidente (e relatore della vicenda) Laura Antonini. Il provvedimento deriva dall’istanza di affidamento in prova ai servizi sociali o della concessione degli arresti domiciliari relativamente alla condanna a due anni e due mesi inflitta a Barile dal tribunale di Cosenza nel 2018 per l’hotel Centrale. La difesa, in tal senso, annuncia ricorso in Cassazione.
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